«Devono saperlo tutti cosa ha fatto. L’ha uccisa. Io non agisco guidata dalla rabbia, quello che è successo a me e alla mia cagnolina non deve accadere mai più, mai più».E’ un fiume in piena Roma Ginevra, la ventenne che ieri su Instagram ha fatto il nome di suo padre, accusato di aver lanciato dall’auto l’anziana cagnolina di casa, Piccola. In una intervista rilasciata a Fabiana Pesci e pubblicata oggi dal quotidiano “la Tribuna di Treviso”, Roma Ginevra parla del rapporto con Piccola (sono cresciute insieme: lei ha vent’anni, la cagnolina ne aveva diciotto), con suo padre («Sì, la gente deve sapere chi è e cosa ha fatto. La mia sia chiaro non è vendetta nei confronti di mio papà. I nostri problemi sono un’altra faccenda, qui c’è di mezzo una vita e non deve succedere mai più») e soprattutto parla di sé e della sua cagnolina.
«Piccola si chiamava cosi perché a 2 anni era la parola che tentavo di pronunciare per chiamarla”, racconta a Fabiana Pesci. «Siamo diventate grandi insieme. Nell’ultimo periodo era stata molto male, soffriva di demenza, sapevo che non sarebbe sopravvissuta a lungo, ma non doveva finire cosi. Meritava una morte degna, mio padre l’ha buttata via come uno straccio vecchio.»
Roma Ginevra si trova da mesi a Barcellona per lavoro. «Mio papà qualche giorno fa mi aveva detto che era morta, avevo sofferto, ma sapevo che stava male. Poi ho visto le foto sui giornali, ho letto e ho capito. Mi ha scritto solo che era praticamente morta. Non ha fatto nemmeno in tempo a finire di scrivere, l’ho chiamato e gli ho riversato addosso tutta la mia rabbia. E’ una persona che ha compiuto un gesto inqualificabile.»
E ancora, la disperazione: «E’ da giorni che non faccio che piangere e disperarmi. Penso a Piccolina, queste cose non devono accadere mai più. Ringrazio i carabinieri, Enpa, la clinica di Strada Ovest che ha tentato di salvarla. Ma non bastava».
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