Enpa e Lega nazionale per la Difesa del cane hanno presentato due esposti in procura contro la struttura comunale Muratella per il caso di una gattina di quasi due mesi, Venere che, pochi giorni fa, è morta dopo essere stata riaffidata da Asl e Comune alla persona che secondo le associazioni era fortemente sospettata di averla seviziata prima di portarla alla Muratella per farla curare. Secondo le associazioni, non è l’unico caso in cui Asl e Comune affidano animali a persone sospettate di maltrattamenti e abusi
La storia di Venere
Venere è stata trovata il 4 ottobre scorso con le orecchie bruciate e ridotte a un moncherino, e ustioni all’inguine e al collo. Secondo la versione del ragazzo che l’ha portata alla Muratella, l’animale sarebbe stato seviziato da un gruppo di ragazzi rom. Tuttavia, non ci sono prove a sostegno di questa tesi. L’unica prova è una foto postata dal ragazzo in cui si vede che la gatta sta bene insieme a lui, godendo ancora di buone condizioni di salute.
Le sevizie e le ustioni, avvenute quindi successivamente, sono cos gravi che Venere arriva a Muratella in fin di vita. Il gattile la prende in carico, la registra e l’animale diventa di proprietà del Comune. Le sue condizioni migliorano e Venere torna in salute. Il 17 ottobre il ragazzo torna a Muratella per riprendere il gatto. Ma in quel momento sono presenti anche i rappresentanti della Lega nazionale di difesa del cane, Enpa e Cucciolissimi. Subito capiscono che Venere rischia di finire di nuovo vittima di maltrattamenti e si oppongono. Anzi, chiedono ai responsabili della Muratella di affidare Venere a una signora che si era disponibile ad adottare la gattina. Ma non c’è niente da fare: il ragazzo si altera, urla, minaccia e il veterinario della Asl gli restituisce Venere tra le proteste delle associazioni. Passano pochi giorni e l’animale muore: le cause sono ancora da accertare, Venere potrebbe anche aver contratto un virus oltre alle sevizie sofferte.
Il commento di Enpa
«La procedura di affido è avvenuta in contrasto con la normativa che stabilisce il ruolo delle associazioni nel gestire e coordinare i protocolli di affido e adozione degli animali di proprietà dei Comuni – spiega l’Enpa di Roma in una nota ufficiale – se alle associazioni fosse stato permesso di espletare il ruolo designato dalla stessa normativa questa bruttissima vicenda avrebbe avuto un epilogo differente».
Da tempo le associazioni chiedono a Comune e Asl maggiori controlli negli affidi e lanciano l’allarme sui rischi per gli animali di finire sfruttati in circhi, allevamenti abusivi o combattimenti fra cani.