Nonostante il sequestro (già convalidato) di quattro delfini per maltrattamento ; nonostante il diniego della licenza di giardino zoologico richiesta dalla vigente normativa per l'operatività di questo tipo di strutture; nonostante la mobilitazione dei cittadini che hanno più volte protestato contro la detenzione di animali nel “delfinario”; nonostante tutto questo, il delfinario di Rimini dà notizia della sua imminente riapertura al pubblico (fissata per il 28 marzo).
«Ci troviamo a fare i conti con una situazione grottesca di palese e perdurante illegalità – denuncia l'Enpa – ; una vicenda in cui il diritto e la legge, da pilastri della convivenza civile, sembrano essere diventati orpelli da piegare alle diverse convenienze. Come altrimenti spiegare quella licenza di spettacolo viaggiante concessa l'anno scorso ad una struttura di acciaio e cemento, presente sul territorio in pianta stabile? Neanche il compianto Totò sarebbe arrivato a tanto».
L'Ente Nazionale Protezione Animali è dunque intenzionato a fare luce su questa assurda storia, assumendo tutte le opportune iniziative – naturalmente anche di natura legale – per sbrogliare la matassa e chiarire eventuali responsabilità, accertando in virtù di quale provvedimento il Delfinario di Rimini riaprirà i battenti fra pochi giorni. La Protezione Animali ha intanto promosso un mail bombing diretto alle istituzioni locali, facendosi in tal modo portavoce dei numerosissimi cittadini che hanno espresso il loro dissenso, e che intendono continuare a dissociarsi da quanto sta accadendo nella città romagnola.
«E' tempo che gli amministratori pubblici, primi fra tutti i sindaci, capiscano quanto siano importanti il rispetto della legalità e la tutela degli animali, le due facce di una stessa medaglia, anche ai fini della promozione turistica del loro territorio. Evidentemente – prosegue l'Enpa – il primo cittadino di Rimini sembra ignorare le ricadute positive l'una e l'altra potrebbero avere per l'immagine della città, come peraltro accade in altri contesti».
E invece, forse con l'illusione di un beneficio economico immediato, si fa di tutto per tutelare una struttura della cattività che oltretutto risulta essere sprovvista dei requisiti normativi per operare. Ma si tratta una scelta perdente, nel breve come nel lungo periodo, perché il 65% degli italiani si è espresso con fermezza contro i delfinari. «Non ci stupiremmo – conclude l'Enpa – se questa estate i turisti, delusi da quanto sta accadendo a Rimini, scegliessero come metà per le loro vacanze una località “animal friendly”».