In Trentino è in corso una schedatura dei plantigradi propedeutica a nuove uccisioni. Lo denuncia l‘Ente Nazionale Protezione Animali all’indomani dell’applicazione del radiocollare a un’altra orsa femmina, in località San Lorenzo Dorsino. Secondo l’associazione animalista questa iniziativa della PAT è il preludio di nuovi massacri. «Stiamo assistendo a un film già visto pochi giorni fa con la povera KJ1, radiocollarata e fucilata alle prime luci dell’alba, in clamorosa violazione di due sentenze del TAR che avevano sospeso due ordinanze di morte emanate da Fugatti. Questo inquietante precedente ci autorizza dunque pensare che il radiocollaraggio della seconda orsa non abbia altra finalità se non quella di permettere ai fucilieri della PAT di individuare facilmente l’animale per ucciderlo. Un animale di cui peraltro non si ha alcuna notizia e che risulta non essere mai entrato in contatto con l’uomo. E del quale non si sa neanche se abbia dei cuccioli».
Il radiocollare – ricorda Enpa – non è uno strumento di morte per condurre operazioni “snida e distruggi”, ma è un mezzo che dovrebbe permettere a tutti noi, Fugatti compreso, di conoscere meglio l’etologia di questa straordinaria specie animale. Inoltre, se usato correttamente, cioè per fare prevenzione e non per uccidere, il radiocollare potrebbe davvero contribuire a migliorare la convivenza con i plantigradi: esso permette infatti di conoscere l’esatta posizione degli esemplari e, quindi, di diffondere “alert” per evitare possibili incontri fortuiti. Una tecnologia, questa, che potrebbe essere implementata rapidamente e a basso costo ma che, evidentemente, Fugatti non vuole. «Il presidente della PAT ha dimostrato, nella migliore delle ipotesi di essere incapace di migliorare la convivenza, nella peggiore di non volerlo fare. Perché – prosegue Enpa – una gestione razionale e scientifica del rapporto con plantigradi non fornirebbe più alcun pretesto al presidente della PAT per proseguire la sua personale politica ursicida e faunofobica».
A fronte di questa situazione, ormai fuori controllo, Enpa sollecita il ministro dell’Ambiente a riaprire il tavolo di confronto sui plantigradi, aperto un anno e mezzo fa e poi sospeso non si sa bene per quale ragione e su impulso di chi. In quella occasione, l’associazione animalista presentò un “piano orso” in 7 punti, immediatamente realizzabile, che consentirebbe davvero di migliorare il nostro rapporto con i grandi carnivori. «Avremmo tutti da guadagnarne: orsi, residenti del Trentino, turisti, istituzioni e amministratori locali. Perché ciò accada – conclude Enpa – è fondamentale che il ministro Pichetto Fratin, nell’esercizio delle proprie prerogative istituzionali, avochi a sé tutto il dossier sui grandi carnivori».