Un sì condizionato alla distribuzione e all’uso del cosiddetto spray anti-orso. Questo quanto scritto in una lettera che la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha inviato oggi al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Sin dallo scorso febbraio – si legge nella missiva che Rocchi ha inviato al Ministero – abbiamo invitato il Ministro dell’Interno, il presidente della Provincia Autonoma di Trento e il questore di Trento a normare l’utilizzo del bear spray, rendendolo fruibile a tutti coloro i quali per le più svariate esigenze (lavoro, sport, escursionismo, ecc), frequentano le aree boschive della provincia. Secondo l’Enpa, infatti, è giunto il momento di aprire all’uso dello spray, come peraltro recentemente richiesto dallo stesso ISPRA. Tuttavia, come sottolinea la presidente della Protezione Animali, lo spray anti-orso dovrebbe essere soggetto a rigorose condizioni, a partire dalla registrazione degli acquirenti in un apposito registro. «Ma, soprattutto, è necessario prevedere che chi intenda farvi ricorso sia adeguatamente formato sul corretto utilizzo di questo strumento. Anche perché – sottolinea Rocchi – esso non deve indurre quel senso di falsa sicurezza che, paradossalmente, potrebbe favorire comportamenti imprudenti e rischiosi». L’uso dello spray, invece, richiede calma, cautela e un’attenta analisi della situazione, e non certi atteggiamenti “da kamikaze”.
Ma più importante ancora dello spray è il posizionamento dei bidoni anti-orso che impediscano agli animali di avere accesso ai rifiuti organici. Sono proprio questi scarti incustoditi ad attirare gli orsi, così come altre specie selvatiche, all’interno dei centri abitati. Peraltro è noto come il facile accesso ad una fonte di cibo sicuro possa generare negli animali selvatici un “rinforzo positivo”, che li abitua a frequentare zone antropizzate. «Purtroppo il problema non stimola la giusta attenzione, nemmeno da parte degli abitanti delle zone in cui è accertata la presenza di plantigradi», aggiunge Rocchi, che conclude: «da quando gli orsi sono stati reintrodotti in Trentino, vale a dire a 25 anni ad oggi, tutte le giunte provinciali sono state negligenti. E lo continuano ad essere, giacché, malgrado le nostre sollecitazioni, il collocamento dei bidoni procede con ritardi inaccettabili. Tali ritardi sono stati puntualmente documentati dalla nostra Sezione di Rovereto che ha condotto uno scrupoloso monitoraggio del territorio».
Per questo Enpa chiede alla PAT e ai comuni del Trentino di completare il posizionamento dei bidoni entro i prossimi ventiquattro mesi.