«Aspettiamo con fiducia che il Tribunale amministrativo regionale di Trento si pronunci sui nostri ricorsi contro i provvedimenti con cui il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha condannato a morte gli orsi JJ4 e MJ5. Siamo sempre più convinti che l’unica soluzione possibile per questa terribile vicenda sia quella di lasciare in vita gli orsi. Quanto mamma orsa JJ4, reclusa al Casteller, abbiamo proposto il trasferimento in un sito idoneo come soluzione alternativa. Ricordiamo peraltro che JJ4, ritenuta responsabile della morte di Andrea Papi, ha solo messo in atto un naturale comportamento difensivo in una situazione percepita come pericolosa». Lo dichiarano le associazioni Enpa, Leidaa e Oipa nel giorno che ha visto il Tar di Trento riunirsi per decidere la sorte del plantigrado.
«Le vere responsabilità di quanto accaduto a Caldes vanno ricercate altrove. Vanno ricondotte a quegli esponenti politici e istituzionali che poco o nulla hanno fatto per promuovere la convivenza tra animali selvatici e attività antropiche», aggiungono le associazioni. «Anche oggi, a più di otto mesi di distanza da quel tragico aprile, la Pat risulta gravemente inadempiente sul fronte della prevenzione, unica vera soluzione a ogni possibile problema di convivenza. Ancora meno è stato fatto da Fugatti per informare adeguatamente residenti e turisti sui corretti comportamenti da adottare in natura e su cosa fare in caso di incontro con un animale selvatico».
«Da anni ripetiamo e lo ricordiamo anche oggi: gli animali non devono pagare gli errori e le omissioni degli uomini», concludono Enpa, Leidaa e Oipa.