L’Ente Nazionale Protezione Animali è pronto a costituirsi parte civile qualora dovessero emergere profili di rilevanza penale in merito al sinistro stradale verificatosi nel territorio del Parco dei Monti Sibillini la notte tra lunedì 23 e martedì 24 gennaio. L’incidente, ricorda Enpa, ha causato la morte di due lupi e il ferimento di un terzo, che tuttora versa in gravi condizioni. Il conducente non si è fermato per prestare soccorso, come prescrive l’articolo 189 del Codice della Strada, ma si è dato alla fuga e ha fatto perdere le sue tracce. «Quale il motivo di tanta fretta? Perché – si chiede Enpa – abbandonare un animale alla propria agonia, tanto più che esso appartiene a una specie particolarmente protetta?»
«Non è affatto da escludere la possibilità che l’investimento dei lupi sia stato il frutto di un comportamento doloso, – commenta l’Enpa – anche considerando il clima di allarme sociale e di odio alimentato contro questa specie, allo stato attuale non ci sentiamo di escludere alcuna ipotesi. Auspichiamo sia fatta chiarezza al più presto».
I buoni propositi, da soli, non bastano più. Per evitare il ripetersi di eventi come quelli di cui sono stati vittime i tre lupi dei Sibillini è fondamentale che siano utilizzati quei sistemi di dissuasione di cui da anni chiediamo l’applicazione, a partire dai dossi stradali, gli unici dispositivi realmente in grado di limitare la velocità degli autoveicoli e quindi di evitare incidenti più o meno intenzionali. Ci sono poi le centraline e i sensori di ultima generazione che monitorano eventuali attraversamenti della carreggiata da parte degli animali (e dei pedoni), i sistemi sonori e ottici che allontanano gli animali dalla sede stradale, avvisando contemporaneamente l’automobilista circa presenza di fauna in carreggiata. L’efficacia di questi dispositivi è già stata dimostrata dal progetto Life Strade che ha permesso di ridurre in misura significativa gli incidenti con il coinvolgimento della fauna.