«Se maggioranza e governo hanno così tanto a cuore gli interessi degli agricoltori e degli allevatori, perché nella V Commissione Bilancio della Camera hanno bocciato l’emendamento presentato e segnalato dalle opposizioni che creava un fondo di 6 milioni di euro per risarcire i danni da fauna selvatica?». Così l’Ente Nazionale Protezione Animali che prosegue: «questa è la “prova provata” che, nella realtà dei fatti, il vero obiettivo non è quello di tutelare gli agricoltori e gli allevatori, altrimenti non si capirebbe l’ostilità contro il fondo proposto, ma quello di armare e autorizzare spari “no limits” contro orsi, martore, caprioli, daini, pettirossi, cinghiali, mufloni e ogni altro animale commestibile, al solo scopo di mangiarli e farli mangiare. Se tale inaccettabile progetto andasse in porto sarà possibile anche massacrare per i più svariati motivi, specie che oggi sono particolarmente protette, come il lupo e l’aquila. Questa – prosegue l’associazione – non è una norma di tutela per nessuno, è una norma “killer” finalizzata, su pressione di ristrette categorie, a creare e a far prosperare un business sulla fauna: da bene di tutti a patrimonio di pochi».
Quegli esponenti politici della maggioranza che sostengono il contrario o sono in malafede, o fanno ideologia o, peggio ancora, ignorano quanto da essi stessi approvato: dire che la norma in questione riguarda solo i tanto perseguitati cinghiali (i quali peraltro sono già oggetto di inutili abbattimenti da oltre 20 anni) è falso. Ecco infatti ciò che è scritto nel testo approvato dai deputati: le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, per la tutela della biodiversità, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche e per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto. Come si può leggere nel testo normativo (che viene di seguito allegato nella sua interezza) non solo esso si riferisce a tutti gli animali selvatici (non limitandosi dunque ai soli cinghiali) ma prevede anche una casistica così vasta e generica da prefigurare le fucilate in qualsiasi circostanza e per ogni evenienza. La “soluzione finale” per tutta la fauna.