Volontari del Cabs, impegnati in controlli antibracconaggio a Tartas (Francia), sono stati aggrediti – nei giorni scorsi – dai cacciatori di frodo. L'episodio avrebbe potuto avere conseguenze ben più nefaste per l'incolumità degli attivisti se non fossero una ventina di agenti della polizia francese che sono riusciti a riportare la calma non senza fatica. Fortunatamente nessun attivista ha riportato lesioni o ferite.
A mandare i bracconieri su tutte le furie sono stati i controlli degli attivisti – sul posto è presente anche un volontario dell'Enpa di Genova, Francesco Baroni, che non è rimasto coinvolto nell'aggressione – impegnati sul territorio per contrastare la caccia illegale agli Ortolani, una specie protetta i cui esemplari, catturati con l'ausilio di trappole, vengono ingrassati e per essere poi annegati nell'armagnac (un brandy locale). Come rende noto il Cabs, la quotazione di un ortolano può arrivare anche a 150 euro.
A seguito dell'aggressione, un cacciatore di frodo è stato tratto in arresto e interrogato dalla polizia per alcune ore. Ma questo grave episodio ha avuto anche un'altra conseguenza: ha reso più efficace e risoluta l'azione di prevenzione e repressione del bracconaggio – particolarmente diffuso in questa zona della Francia – da parte delle autorità francesi. Autorità che in passato, proprio su questo tema, erano state oggetto di critiche e polemiche.
Ad oggi, l'attività degli attivisti ha permesso non solo di portare alle luce una trentina di siti con trappole per gli ortolani ma, soprattutto, di liberare un centinaio di esemplari, salvandoli da un terribile destino.