HUNGRY HEARTS, LETTERA APERTA DEL DIRETTORE SCIENTIFICO DELL’ENPA, ILARIA FERRI, AL REGISTA SAVERIO COSTANZO: GRAVE DISINFORMAZIONE

«Il Film Hungry Hearts di Saverio Costanzo, presentato al Festival di Venezia, accusa i vegani di essere ortoressici, ovvero di essere affetti da una patologia mentale che porta le persone a controllare il cibo e il suo consumo. Hungry hearts, pertanto, è un film che denota la totale mancanza di conoscenza del movimento e delle motivazioni profonde che spingono le persone, consapevoli, ad intraprendere la scelta vegana». Così il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri, in una lettera aperta al regista Saverio Costanzo.
 
«Definire i vegani ortoressici, oltre a causare un danno gravissimo in termini di misinformazione, è evidentemente un grave ed insensato attacco a chi sceglie di non uccidere e di difendere il Pianeta. Probabilmente anche tra i vegani ci saranno persone ortoressiche, così come tra gli onnivori, ma questa patologia è a prescindere dal veganismo. Le accuse che si rivolgono ai vegani sono quelle di controllare il cibo e di essere affetti da un disturbo dell'alimentazione che ha origini mentali. Questo è il punto – prosegue Ferri -. Ma la informo, in primis, che gli animali non sono cibo. Sono esseri viventi capaci di soffrire, gioire, provare empatia e compassione e finanche cordoglio. Sono creature che vivono intensamente le relazioni sociali e i rapporti con la prole, come ha dimostrato la scienza. Viene quindi da chiedersi con quale superficialità, e neanche troppo velata malafede, si possa ricondurre una scelta dal così alto valore etico, empatico e di compassione, ad una patologia mentale. O è patologia mentale quella delle persone che imprigionano gli animali, li sottopongono a cicli vitali alterati in funzione della produzione e li uccidono quando sono coscienti?!»
 
«Sarebbe stato opportuno incontrare i vegani… persone come me che hanno fatto una scelta di non violenza e di rispetto per tutti i viventi, Pianeta incluso, prima di trattare in modo così poco informato l'argomento. E' inoltre ben noto, ma forse non a lei, che la sopravvivenza del Pianeta, secondo i dati della Fao, del noto economista Jeremy Rifkin e la scienziata Vandana Shiva, dipende dalla scelta almeno vegetariana che dovrebbe essere condivisa, per evitare il consumo di territorio, di acqua e riducendo la Co 2 garantendo un futuro al Pianeta. I vegani sono parte di questa rivoluzione. Le suggerirei di leggere a riguardo anche la numerosa letteratura scientifica – conclude il direttore scientifico dell'Enpa -. Liquidare con superficialità una scelta tanto rispettosa quanto consapevole è un atto di estrema grettezza che non può essere in alcun modo accettato e che non può passare inosservato. Merita quindi che il suo film sia adeguatamente criticato per evitare che si consenta, ancora una volta, che l’ignoranza vinca sulla consapevolezza e il rispetto.»
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