Le motivazioni della sentenza non sono ancora note, tuttavia l'Ente Nazionale Protezione Animali ritiene che il rinvio a giudizio e la condanna degli organizzatori del “Palio dell'Assunta” – svoltosi il l'8 dicembre del 2007 a Carmiano (Lecce) – costituiscano uno straordinario successo non solo dal punto di vista della tutela degli animali, specie quelli sfruttati nelle manifestazioni popolari, ma anche per il rispetto della legalità. Palii e sagre rappresentano infatti un enorme “buco nero”, una “terra di nessuno” dove in nome di “presunte” e “anacronistiche” tradizioni, gli animali sono costretti a subire gravi forme di maltrattamento, fisico e psicologico. Maltrattamenti compiuti dai loro autori con il miraggio dell'impunità e più volte segnalati dall'associazione con denunce all'autorità giudiziaria e costituzioni di parte civile.
Nel caso del palio di Carmiano – spiega l'Enpa – alcuni bambini in sella a diversi asini dovevano percorrere un breve tratto di strada fino ad arrivare in prossimità di una pignatta al cui interno era stata posizionata una colomba; a quel punto i bimbi dovevano colpire ripetutamente la pignatta fino a romperla per “liberare” il povero l'uccello nella speranza che non fosse rimasto ferito da tutti i colpi inferti dai fantini. Con la sua denuncia l'Enpa ha eccepito non soltanto il reato maltrattamento ai danni della colomba e degli asini – spronati con metodi brutali – ma ha anche contestato la regolarità del percorso dove gli equidi sono stati fatti correre. Ancora più grave il fatto che in tali deprecabili attività siano stati coinvolti dei minori.
«Restiamo in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza per avere un quadro più completo – commenta l'Ente Nazionale Protezione Animali –. Tuttavia, già da ora possiamo dire che, anche grazie a questa condanna, chiunque pensi di maltrattare animali in nome di presunte tradizioni non può più sperare di farla franca. Il muro dell'impunità sta finalmente cominciando a cadere, anche in questo campo.»