Cervi in Abruzzo, Consiglio di Stato sospende uccisioni: Enpa chiede alla Regione prevenzione. No favori alle doppiette

«Lo stop del Consiglio di Stato alla mattanza dei cervi in Abruzzo segna l’evoluzione positiva di una vicenda che speriamo possa finalmente concludersi con lo stop definitivo alla condanna a morte degli oltre 400 animali. Quanto accaduto dovrebbe indurre la Regione, nota peraltro per la sua straordinaria ricchezza faunistica, a modificare radicalmente i propri indirizzi politici. L’Abruzzo, così come tutte le altre Regioni e Province autonome italiane, non deve preoccuparsi di accontentare la lobby dei cacciatori o degli armieri, autorizzando a loro piacimento mattanze di animali. Deve, invece, preoccuparsi di favorire la convivenza tra attività antropiche e fauna selvatica, per proteggere quella biodiversità che è nostro patrimonio collettivo, tutelato dalla Costituzione». Lo afferma l’Ente Nazionale Protezione Animali, che prosegue: «Gli strumenti, ecologici e non violenti, per favorire tale coesistenza esistono e devono essere applicati in maniera scientifica. Cosa che, purtroppo, in Abruzzo così come in altre realtà del Paese, non sempre avviene e non sempre è avvenuto. Per un semplice, evidente motivo: la spasmodica ricerca del consenso venatorio da parte di molti amministratori regionali e provinciali».

 

«Il presidente Marsilio prenda atto di quanto accaduto, inverta la rotta, e – conclude Enpa –revochi la condanna a morte dei cervi, impegnandosi realmente per favorire la convivenza con gli animali selvatici».

 

Facebook
Twitter
LinkedIn