Caro farmaci. Riparte da quota 21 mila la petizione Enpa per i farmaci veterinari generici: curare gli animali è un diritto-dovere, non un lusso

Curare gli animali è un diritto-dovere: non può e non deve essere considerato un lusso per pochi privilegiati. Questo il leit motiv che fa da sfondo alla petizione dell'Enpa al Ministero della Salute contro il costo esorbitante dei farmaci veterinari, divenuti ormai off limits per numerosissime famiglie provate dalla crisi e da un carico fiscale eccessivamente oneroso. Per aderire alla petizione, che, promossa sulla piattaforma Change.org, ha superato le 21mila adesioni, è possibile visitare il seguente link: http://urlin.it/12ed06

Il problema, spiega l'Enpa, può essere risolto (almeno in parte) prevedendo la possibilità di somministrare anche ai pet i farmaci generici utilizzati per l'uomo. L’attuale normativa infatti prevede che i veterinari non possano prescrivere ai loro pazienti animali farmaci per uso umano, se sono disponibili medicinali veterinari. D'altro canto, secondo quanto calcolato dalla Protezione Animali, con il passaggio da un medicinale generico ad uno “griffato” si possono determinare incrementi percentuali a tripla cifra. E’ il caso, ad esempio, della terapia antiepilettica con fenobarbitale che passa dai 5 euro della versione per l’uomo ai 40 di quella veterinaria. Lo stesso accade con la ranitidina (gastroprotettore per ulcera) – da 8,59 a 16 euro – e con le cefalosporine (un potente battericida) il cui prezzo lievita dai 3,9 a 27,5 euro. Naturalmente si tratta di costi relativi alla singola confezione e non all’intera durata della terapia, che per una famiglia a medio reddito può diventare insostenibile se dovesse essere prolungata nel tempo o addirittura per l'intera vita del pet.

«Naturalmente, condividiamo la necessità di garantire maggiore sicurezza ai pazienti animali, ma non comprendiamo il motivo per cui nel nostro Paese i farmaci veterinari abbiano costi così esorbitanti, che riteniamo ingiustificati», spiega l'Enpa. «Le istituzioni e le aziende del settore devono andare incontro alle necessità degli animali e dei loro proprietari. Noi stessi, nella gestione dei nostri rifugi, dove ci prendiamo cura di migliaia di cani e gatti, ci vediamo colpiti da questa stangata insostenibile».

Insomma, l'emergenza c'è ed è seria «Ogni giorno riceviamo numerosissime richieste d'aiuto di persone non più in grado di curare il loro “compagno”. Facciamo il possibile per alleggerire il peso di questa situazione con le nostre risorse – aggiunge l'associazione – ma non possiamo gestirla da soli». Anche perché mai come in questo caso la soluzione è a portata di mano: si tratta soltanto di porre fine ad un controsenso paradossale che impone di usare i farmaci in ragione del loro marchio e non del loro principio attivo.

La petizione può essere firmata qui: http://urlin.it/12ed06

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