La legge di Bilancio 2023 segna uno spartiacque per la legislazione ambientale del nostro Paese. Nei giorni passati molti esponenti di governo e maggioranza, tentando di minimizzare, hanno detto e scritto molte cose inesatte per ottenere consenso sul provvedimento. Le “spiegazioni” fornite non soltanto risultano imprecise, ma spesso assai lontane dalla realtà dei fatti. Per questo l’Ente Nazionale Protezione Animali ha realizzato un vademecum “vero- falso”, pensato per fare chiarezza sui punti più “controversi” e pericolosi di tali norme.
- Il provvedimento stravolge i capisaldi della nostra normativa ambientale? Vero. Con il pretesto del controllo faunistico esso modifica profondamente la legge 157/92 sulla protezione della fauna e la legge 394/91 sui Parchi e le aree protette.
- Le uccisioni interessano soltanto i cinghiali? Falso. Nell’articolo 447 e nell’articolo 448 del testo all’esame del Senato si parla genericamente di fauna selvatica, non di cinghiali. Dunque si potrà sparare ai cinghiali ma anche a tantissimi altri animali.
- Si potrà sparare nelle aree protette? Vero. L’articolo 447 della Legge di Bilancio parla espressamente di aree protette e di aree urbane.
- Sarà più facile uccidere orsi e lupi? Vero. La legge in questione chiarisce espressamente che gli abbattimenti non costituiscono attività venatoria eludendo così, dietro il pretesto del controllo venatorio le tutele della legge 157/92.
- La legge è verosimilmente incostituzionale e anti-europea? Vero. Essa infatti va ad impattare sul regime di protezione della biodiversità previsto dall’articolo 9 della Costituzione, recentemente novellato. Essa, inoltre, si pone in violazione delle direttive europee “Habitat” e “Uccelli” dove deroga alle tutele rafforzate di cui godono alcune specie, esponendo l’Italia a procedure d’infrazione e multe salatissime.
- I piani di abbattimento saranno condotti solo dai Carabinieri forestali? Falso. L’articolo 447 prevede che gli animali possano essere uccisi dai cacciatori. Vale a dire da quella categoria che ha tutto l’interesse a mantenere alto l’”allarme sociale” sulla fauna. Le figure pubbliche passano in secondo piano.
- In Italia ci sono 2,3 milioni di cinghiali? Falso. Nessuno è in grado di conoscerne il numero esatto, poiché non sono mai stati condotti censimenti. Il dato in questione è una “stima” diffusa da una associazione di categoria degli agricoltori che da tempo spinge per liberalizzare gli spari contro i selvatici.