Richiami vivi, nutrie, lupi, orsi, caccia sulla neve e stagioni impazzite; per la fauna selvatica, ormai stremata, quello in corso è stato e continua ad essere un annus horribilis. Il cui bilancio è destinato a peggiorare a partire da domenica 21 settembre con l'apertura ufficiale della stagione venatoria, che segue le preaperture concesse ad inizio mese da molte regioni.
«Puntualmente, come tutti gli anni, ci vediamo nuovamente costretti a fare i conti con l'impressionante pressapochismo di regioni e province – commenta l'Ente Nazionale Protezione Animali -, che, per guadagnarsi facili consensi tra i cacciatori, non esitano a dare vita a veri e propri “mostri giuridici” pur di ampliarne i carnieri.»
Una deferenza incomprensibile, questa, vista l'inarrestabile emorragia che ha colpito il “popolo delle doppiette”: nel solo Bolognese sono ben 400 i cacciatori che hanno appeso il fucile al chiodo. Il calo, peraltro, non viene compensato dalle nuove leve perché, giustamente, la stragrande maggioranza dei giovani così come degli italiani sono contrari all'uccisione di animali per divertimento.
L'incapacità delle istituzioni di far rispettare la legge – molto spesso sono proprio le autorità locali e statali a violarla con provvedimenti contrari tanto all'etica quanto alla scienza – emerge anche dalla preoccupante impennata del bracconaggio. Bracconaggio che viene talvolta fomentato dalle dichiarazioni degli amministratori pubblici che talvolta sembrano interessati più a dichiarare guerra alla fauna selvatica che a proteggere quello che l'articolo 1 della legge 157/1992 definisce chiaramente come “patrimonio indisponibile dello Stato”.
«Contro la caccia in generale, e contro il bracconaggio in particolare, è ormai indispensabile un giro di vite – prosegue la Protezione Animali – per questo chiediamo si sospendere l'attività venatoria anche e soprattutto nei territori degli ATC dove si siano verificati episodi di legati alla caccia di frodo. E' ormai a tutti chiaro che nel nostro Paese è in corso una vera e propria guerra contro la fauna selvatica, fomentata da quanti pensano di conquistare le prime pagine di giornali, e i consensi politici, lanciando allarmi infondati.»