BIODIVERSITA’. DICIASSETTEMILA I ROSPI SALVATI NEL 2014 DALL’ENPA DI TREVISO. E A BREVE POTREBBERO ARRIVARE I TANTO ATTESI “ROSPODOTTI”

Anche nel 2014 il “Progetto Rospi”, lanciato nel 2003 dalla Sezione Enpa di Treviso, si chiude con numeri da primato. Infatti, sono ben 17 mila gli animali salvati dalla Protezione Animali trevigiana con il supporto anche di altri "Rospisti" e privati cittadini, nella zona dei Laghi di Revine, Tarzo e Cison (Treviso) durante il periodo delle migrazioni nuziali, solitamente compreso tra l'inizio di febbraio e la fine di marzo. Dal 2003 ad oggi, da quando cioè l'Enpa di Treviso ha iniziato a “scortare” gli anfibi – moltissimi dei quali perdevano la vita sotto le ruote delle automobili – sono stati salvati oltre 190mila esemplari e il tasso di mortalità è diminuito addirittura di venti punti percentuali, passando dal 25% al 5%.

Questi sono soltanto alcuni dei dati che la Sezione Enpa di Treviso presenterà al pubblico nel corso del convegno dal titolo “Parco dei Laghi della Vallata, un'idea che cresce”, in programma venerdì 10 ottobre dalle ore 20.30 presso la sala principale del Parco del Livelet (Revine del Lago, Treviso) che vedrà la partecipazione – tra i molti esperti del settore – di Adriano De Stefano, presidente della Protezione Animali Trevigiana.

Ed è proprio De Stefano a rendere nota una novità che l'associazione attendeva da anni: l'ormai imminente stanziamento dei fondi necessari alla realizzazione dei primi quattro "rospodotti" in località Colmaggiore di Tarzon (Treviso). Risorse, queste, previste di una linea da un finanziamento per alcune attività nel Parco che le Amministrazioni locali hanno deciso di destinare, come quota parte sul totale, alla salvaguardia degli anfibi, grandi protagonisti dell'ecosistema lacustre del Parco.

«Noi facciamo il possibile per salvare questi meravigliosi animali, che ricordo essere importantissimi bioindicatori relativamente allo stato di salute dei luoghi e quindi un fondamentale tassello per la difesa della biodiversità; tuttavia, nonostante il nostro impegno sono ancora troppi quelli che perdono la vita durante le migrazioni nuziali – spiega Adriano De Stefano -. Per questo attendiamo con impazienza la realizzazione di quelle infrastrutturali stradali che noi chiediamo da anni e che sono in grado di salvare da morte certa migliaia di esemplari. Speriamo che questo sia l'inizio del percorso che nel tempo vedrà la messa in sicurezza degli interi tratti interessati alla migrazione degli anfibi.»

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