Benessere animali, oltre 300 mila firme per chiedere la nomina di un commissario europeo

La petizione a sostegno della nomina di un Commissario europeo per il benessere degli animali, che ha raccolto un totale di 309.897 firme, è stata presentata ieri alla Commissione e al Parlamento europeo. “Grazie alla legislazione sul benessere degli animali adottata dall’Unione europea dal 1974, si legge in una nota delle associazioni animaliste italiane che hanno aderito alla petizione – sono stati compiuti progressi significativi per gli animali allevati a scopo alimentare, come la fine delle gabbie di batteria per le galline ovaiole e l’abbandono delle gabbie per i vitelli. Tuttavia, negli ultimi anni questi progressi hanno subito un rallentamento, perché troppo spesso gli interessi dell’industria alimentare hanno prevalso sulla necessità di ottenere un migliore trattamento degli animali allevati in Europa. Dal 2019, sia il Parlamento europeo che la Commissione europea si sono impegnati ad aggiornare e a migliorare la legislazione sul benessere degli animali. Purtroppo, la promessa delle istituzioni di pubblicare una revisione della legislazione entro il 2023 resta attualmente disattesa, a vantaggio di interessi economici privati e a scapito della tutela degli animali allevati e della volontà dei cittadini europei, chiaramente espressa negli ultimi anni. Nel marzo 2021 è stata lanciata la campagna #EUforAnimals per chiedere all’Europa di occuparsi maggiormente della protezione degli animali, rendendo questa responsabilità esplicita attraverso il riconoscimento di un Commissario europeo competente. Questa campagna, guidata dall’organizzazione belga GAIA e promossa da più di 60 organizzazioni in tutta l’Unione europea, ha ricevuto l’appoggio di oltre 190 eurodeputati e più di 300.000 cittadini hanno firmato la petizione online che è stata chiusa il 15 ottobre 2023. Ieri, queste firme sono state consegnate al Parlamento europeo e alla Commissione alla presenza di numerosi europarlamentari che rappresentano tutte le aree politiche, di funzionari istituzionali e di membri di organizzazioni provenienti da vari Paesi”. concludono Animal Equality, Animal Law Italia, ENPA, Essere Animali, LAV.

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