In considerazione della gravissima emergenza climatica che ha colpito il territorio dell’Emilia- Romagna, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha chiesto al presidente della Regione, Irene Priolo, di fermare con effetto immediato la stagione venatoria 2024-2025. È una facoltà che la legge 157/92 sulla protezione della fauna selvatica e sulla regolamentazione del prelievo venatorio, riconosce espressamente in capo alle amministrazioni regionali per “sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche”, come quelli che si stanno appunto verificando sul territorio emiliano-romagnolo.
Sospendere l’attività è un provvedimento fondamentale per dare un po’ tregua a moltissime specie animali messe a dura prova dalla crisi ambientale: oltre alle migliaia di animali selvatici che hanno perso la vitta a causa dell’alluvione, tantissimi altri sono in grave difficoltà a causa della devastazione dei loro habitat e della mancanza di cibo. Ma lo stop alle doppiette – osserva Enpa – è anche una misura a tutela della pubblica incolumità. «Di tutto ha bisogno in questi giorni e in queste settimane il territorio dell’Emilia- Romagna fuorché di uomini armati che si aggirano nei boschi e nelle campagne per uccidere animali indifesi e impantanati nel fango. Va da sé – commenta Enpa – che in queste condizioni l’”incidente” venatorio è dietro l’angolo».
Giova peraltro ricordare che neanche una settimana fa, mentre era in cerca di funghi, un povero pensionato 68enne è stato ucciso nei boschi dell’Appennino reggiano da un colpo di fucile sparato da alcuni cacciatori durante una battuta di caccia al cinghiale.