Cage-free day, le associazioni a Von der Leyen: liberate gli animali dalle gabbie

“Aprite le gabbie, liberate gli animali,” è l’appello che attivisti e attiviste da tutta Europa rivolgono, in occasione della World Cage Free Day (14 ottobre), al nuovo esecutivo europeo.
Raccogliendo l’appello delle associazioni della coalizione italiana End the Cage Age, oggi migliaia di italiani e italiane hanno inviato e-mail alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, perché l’UE presenti la promessa proposta legislativa di divieto d’allevamento in gabbia.

L’azione di protesta non si è fermata online, contestualmente è stato organizzato anche un evento in piazza nel primo pomeriggio, davanti al palazzo del Parlamento UE, a Place du Luxembourg, Bruxelles. Rappresentanti della coalizione internazionale – formata da 170 associazioni e guidata da Compassion in World Farming (CIWF) – hanno manifestato liberando simbolicamente da alcune gabbie degli animali di stoffa (suini, galline, conigli e vitelli).
Il World Cage Free Day è stato istituito nel 2020 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle terribili condizioni di vita a cui sono sottoposti circa 300 milioni di animali allevati in gabbia o in recinti individuali in tutta Europa ogni anno. La coalizione End the Cage Age auspica che questa giornata diventi presto un’occasione per celebrare la fine dell’era delle gabbie, quando questa pratica crudele e obsoleta sarà definitivamente vietata in tutta l’UE.

Tutto ha avuto inizio nel 2018, quando CIWF ha coordinato la coalizione a sostegno dell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age, firmata da 1,4 milioni di persone nell’arco di un anno. Nel 2021, il Parlamento europeo ha mostrato il suo inequivocabile sostegno al divieto delle gabbie e, poco dopo, la Commissione europea ha assunto un impegno storico, giuridicamente vincolante, a presentare entro la fine del 2023 una proposta legislativa per vietare l’allevamento in gabbia.
Tuttavia, la passata Commissione europea ha deluso le aspettative dei cittadini e delle cittadine, non rispettando l’impegno preso riguardo al divieto delle gabbie negli allevamenti. Questo ha spinto il Comitato dei Cittadini promotore dell’iniziativa End the Cage Age a presentare ricorso alla Corte di Giustizia UE richiedendo che la Commissione mantenga l’impegno preso. Si tratta della prima azione legale in cui la Commissione europea viene chiamata a rispondere della propria inazione in merito a una ICE su cui aveva assunto un impegno.

Nell’ottobre dello scorso anno, l’indagine Eurobarometro della stessa Commissione UE ha rivelato che uno schiacciante nove su dieci (89%) dei cittadini dell’UE – circa 400 milioni di persone – ritiene che gli animali non dovrebbero essere allevati in gabbie individuali. Numerose prove scientifiche confermano che le gabbie sono gravemente dannose per il benessere degli animali. Tra queste, i più recenti pareri scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che raccomandano di non utilizzare più le gabbie per le galline ovaiole, le scrofe da riproduzione, le quaglie e le anatre.
Le associazioni esortano la nuova Commissione a cogliere l’opportunità scaturita dal consenso raggiunto nel rapporto del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’UE e a presentare quanto prima – e al più tardi entro il 2026 – proposte concrete per eliminare gradualmente le gabbie dagli allevamenti UE.

“In questo secondo mandato, la presidente Von der Leyen ha l’occasione di fare la cosa giusta e presentare la tanto attesa proposta di divieto d’allevamento in gabbia,” commentano le associazioni partner della coalizione italiana End the Cage Age. “Cittadini e cittadine, aziende, comunità scientifica concordano. Non c’è spazio per un sistema obsoleto e crudele come quello delle gabbie negli allevamenti europei, l’UE deve mantenere la parola data.”

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