Trentino, turista aggredito da un orso. Auguriamo piena guarigione. Diffidata la PAT, chiarisca le circostanze del fatto, no a pogrom anti-orsi

«Auguriamo una piena e pronta guarigione al turista che questa mattina sarebbe stato aggredito da un orso a Dro, in Trentino. Tuttavia diffidiamo la PAT dall’assumere nuove iniziative persecutorie contro i plantrigradi. E’ fondamentale che la Provincia di Trento faccia anzitutto chiarezza sulle circostanze della presunta aggressione, accertando se l’animale fosse una mamma con cuccioli al seguito, se la zona fosse provvista di adeguata segnaletica, se l’uomo non fosse in compagnia di un cane e se avesse adottato tutte le misure di cautela che si debbono seguire nelle aree boschive». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali che ricorda, ancora una volta, i ritardi da parte delle autorità comunali e provinciali nell’applicazione di quelle misure di prevenzione che possono concretamente migliorare la convivenza tra uomini e orsi e prevenire possibili conflitti con le attività antropiche. In particolare, l’associazione animalista ricorda la lentezza con cui procede il posizionamento dei bidoni anti-orso nei centri abitati del territorio trentino. Molti Comuni – denuncia la Protezione Animali – ne sono ancora sprovvisti e questa rappresenta una gravissima omissione poiché, come noto, sono proprio i rifiuti organici ad attirare gli orsi nei centri urbani. «Nei giorni passati – prosegue la Protezione Animali – abbiamo più volte chiesto di essere informati circa lo “stato dei lavori”, sollecitando l’adozione di una road map ma le istituzione trentine hanno ancora una volta fatto finta di niente».

Senza prefigurare pogrom, persecuzioni o, peggio ancora, campagne di sterminio, i fatti di Dro dimostrano quanto sia necessario imparare a coesistere con i plantigradi e, più in generale, con tutta la fauna selvatica, prendendo esempio dalle esperienze virtuose di quei territori – vedi il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – che sono riusciti ad adottare modelli convivenza con gli orsi, che hanno prodotto ricadute positive anche sull’economia. «All’indomani della tragica scomparsa di Andrea Papi, abbiamo presentato al ministero dell’Ambiente un piano in sette punti che indicava una serie di azioni concrete che avrebbero permesso e che permetterebbero tuttora di prevenire possibili conflitti con gli orsi. Ma, come spesso accade nel nostro Paese, quel piano è rimasto lettera morta. Quegli interventi potrebbero essere applicati con pieno successo anche oggi, tuttavia Ministero e PAT preferiscono puntare sulla politica dei rinvii sine die, con le conseguenze che tutti noi vediamo».

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