La richiesta avanzata dal presidente della Regione Sardegna Christian Solinas di prorogare di un mese la caccia al cinghiale si pone al di fuori dell’attuale cornice normativa (articolo 18 della legge 157/92 sulla protezione della fauna) ed è pertanto illegale. Stupisce la struttura apicale dell’amministrazione regionale ignori o finga di ignorare questa evidenza. «Peraltro – osserva l’Ente Nazionale Protezione Animali – proprio nei giorni scorsi l’Ispra ha presentato un rapporto che dimostra chiaramente l’inutilità della caccia per la riduzione dei presunti danni causati dalla fauna selvatica alle attività agricole. La richiesta di Solinas, dunque, oltre a configurare una palese violazione della normativa, replica una strategia fallimentare che serve soltanto ad aumentare le possibilità di sparo dei cacciatori e ad alimentare il business commerciale sulla carne di cinghiale».
I dati Ispra relativi all’andamento della popolazione di cinghiali e alle “campagne” di uccisione condotte negli ultimi sette anni dimostrano infatti che, malgrado le fucilate, i presunti danni all’agricoltura non soltanto non sono calati ma sono addirittura aumentati. Di fronte a questa evidenza, logica vorrebbe che Solinas invece di avanzare richieste irricevibili e di invocare l’attuazione del “piano” previsto dalla Legge di Bilancio 2023, si adoperasse per applicare quei metodi ecologici di prevenzione che il mondo scientifico e le esperienze maturate sul territorio hanno dimostrato essere realmente efficaci per il controllo delle popolazioni selvatiche e per la convivenza tra la fauna e le attività antropiche.