Stralciare l’emendamento “caccia selvaggia” dalla Legge di Bilancio. E’ quanto tornano a chiedere le associazioni Enpa, Lav, Lipu e WWF alla vigilia della ripresa dei lavori della Commissione Bilancio della Camera, che tornerà a riunirsi dalle 13 di oggi. Secondo quanto appreso dalle associazioni, la linea della maggioranza e del Governo è quella di dare via libera al provvedimento che in questi giorni è stato al centro di forti proteste. L’emendamento 78.015 presentato da un pool di parlamentari di Fratelli d’Italia prevede infatti la possibilità di sparare a tutti gli animali selvatici, a qualunque ora e in qualunque periodo dell’anno, nei territori urbani così come – inconcepibile anche solo a pensarsi – all’interno delle aree protette. Inoltre esso svuoterebbe di competenze l’ISPRA, tagliandolo fuori dalla gestione faunistica, e farebbe lettera morta della prevenzione. Nei fatti ciò comporterebbe non solo lo smantellamento della nostra legislazione ambientale ma porterebbe il nostro Paese in rotta di collisione con l’Europa.
«L’emendamento “killer”- spiegano Enpa, Lav, Lipu e WWF- è chiaramente inammissibile poiché nulla ha a che vedere con lo spirito e le funzioni delle Legge di Bilancio. Nonostante gli appelli lanciati in questi giorni e la nostra disponibilità a fornire supporto per ottimizzare la convivenza tra attività antropiche e fauna selvatica la maggioranza si ostina al muro contro muro». Quello dell’ammissibilità non è l’unica assurdità dell’emendamento fortemente voluto da Fratelli d’Italia come dal resto della maggioranza. «Il provvedimento presenta anche concreti profili di incostituzionalità poiché – osservano le Associazioni – aprendo ai fucili i territori protetti, finirebbe per privare gli animali selvatici di quelle forme di protezione chiaramente sancite dall’articolo 9 delle Costituzione, recentemente novellato». Come se ciò non bastasse, l’impianto normativo disegnato dalla maggioranza finirebbe in rotta di collisione con l’Europa, in particolare con la direttiva Habitat (recepita nel nostro ordinamento D.P.R n. 357 del 8 settembre 1997) anche nelle parti nelle parti in cui essa vieta chiaramente di recare disturbo alle specie protette (a maggior ragione se si permette di sparare nei parchi).