Detenzione illegale di armi, uccisione di animali e spari in luogo non consentito: rinviato a giudizio cacciatore 75enne di Como

Detenzione di una carabina calibro 22 e di un fucile calibro 9 non denunciati; sparo in luoghi abitati; uccisione di animali. Sono i capi d'imputazione da cui è chiamato a difendersi un cacciatore 75enne di Como, rinviato a giudizio dal Tribunale della città lombarda. Lo rende noto l'Ente Nazionale Protezione Animali che si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario.

Il processo contro la "doppietta" nasce da fatti verificatisi a fine ottobre 2013 quando l'uomo, dopo avere sparato nei pressi della propria abitazione a due anatre (la legge 157/92 stabilisce che è vietato sparare a meno di 100 metri dalle zone abitate), venne sorpreso mentre prendeva a bastonate gli animali feriti uccidendoli brutalmente.

«Gli spari di caccia in zone non consentite, quali quelle abitate, sono molto più frequenti di quanto raccontano le cronache dei giornali. Purtroppo – spiega l'Enpa – riceviamo moltissime segnalazioni, non soltanto durante il periodo venatorio, relative ad animali d'affezione feriti o uccisi dalle fucilate nel giardino della loro casa, e a persone che oramai non si sentono più al sicuro neanche nelle loro proprietà. Consideriamo inoltre una vera e propria crudeltà, un atto di pura barbarie, il modo in cui l'uomo ha "finito" i due poveri uccelli, già feriti. Un grave reato, secondo il nostro Codice Penale, che merita di essere altrettanto duramente punito».

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