Stop alla deportazione delle oche canadesi che vivono libere sulle sponde del Lago di Bolsena e che, come stabilito dalla Provincia di Viterbo e dal Comune di Capodimonte (Viterbo), dovrebbero essere catturate e trasferite presso strutture di detenzione private quali zoo, circhi o aziende agrituristiche. E' quanto chiede con una lettera urgente l'Ente Nazionale Protezione Animali alla Provincia di Viterbo ed ai Comuni di Capodimonte e Bolsena.
L'Ente Nazionale Protezione Animali esprime dunque preoccupazione per la sorte dei volatili, che ormai sono stabilmente insediati sul lago e che rischiano di dover dire addio alla libertà di cui hanno goduto fino ad ora, per vivere il resto della loro vita nella triste condizione di reclusi. Tra l'altro, la preoccupazione dell'Enpa non è limitata al solo aspetto relativo al benessere psico-fisico degli uccelli, poiché l'associazione denuncia il rischio che sulle sulle oche possa essere praticato un intervento di tarpatura delle ali. Ma si tratterebbe di un intervento illegale da considerare alla stregua di un vero e proprio maltrattamento (art. 544 ter).
«Qualora ciò dovesse accadere – puntualizza la Protezione Animali – non esiteremmo a promuovere un'azione legale nei confronti dei responsabili. Siamo tuttavia convinti che Provincia e Comune siano interessati a definire la questione delle oche di Bolsena nel pieno rispetto degli animali, senza danneggiarli né da un punto di vista psicologico né da uno fisico».
D'altro canto una soluzione "cruelty free" – la sterilizzazione degli uccelli – è a portata di mano e potrebbe essere applicata senza alcuna difficoltà, problema o effetti collaterali. La sterilizzazione permetterebbe infatti di mantenere sotto controllo la popolazione delle oche del lago, provocandone una graduale diminuzione, consentendo loro di continuare a vivere in libertà come hanno sempre fatto e di evitare quindi il trauma della cattività.