«Le scrivo dopo essere venuta a conoscenza della inopportuna iniziativa della Coop per i punti vendita dell'Italia centrale di offrire un buono sconto sull'acquisto della carne di agnello, quale premio per la spesa effettuata nel periodo che precede la Pasqua». Inizia così la lettera che la presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi, ha scritto al direttore responsabile della Coop Centro Italia per contestare lo sconto promozionale praticato dal punto vendita di Terni.
«Come Lei sicuramente saprà ai poveri agnelli viene negato ogni diritto; essi sono, difatti, costretti a trascorrere i pochi giorni della loro esistenza nella sofferenza e nel dolore. Sono per lo più cuccioli di trenta-quaranta giorni – prosegue Rocchi – nati dopo cinque mesi di gravidanza delle madri, la cui fecondazione è regolata in maniera tale da poter macellare i piccoli quando pesano una decina di chili. Le chiedo dunque di rivedere questa infelice scelta di marketing che si scontra con la sensibilità della maggior parte dei cittadini che, sempre in maggior numero, hanno deciso di non mangiare più la carne di agnello».
E allora – questa la proposta della presidente dell'Enpa – perché non sostituire il buono sconto praticato sulla pelle dei poveri cuccioli con una iniziativa analoga che abbia ad oggetto tutti i prodotti vegetali commercializzati nei punti vendita di tutto il Paese? Una iniziativa – questa – che, considerando quanto gli italiani sono attenti alla tutela degli animali, farebbe bene non soltanto ai poveri agnelli ma anche all'immagine della Coop.