Calci, pugni e altre sevizie ai danni di un piccolo volpino. Rinviato a giudizio 27enne di Montesilvano. L’Enpa parte civile

Prese ripetutamente a calci e a pugni un piccolo volpino, poi lo sollevò in aria tenendolo per un orecchio e lo scaraventò contro la parete del balcone di casa. Non soddisfatto si avvicinò all'animale terrorizzato e lo colpì più volte con una pantofola. Per questo, un 27 enne di Montesilvano (Pescara), su segnalazione del Corpo Forestale dello Stato e del personale veterinario di Pescara (che ha anche disposto il sequestro del cane), è stato rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica di Pescara con l'accusa di maltrattamento di animali (articolo 544 ter del Codice Penale) e rischia una condanna alla reclusione da tre a diciotto mesi, e al pagamento di una multa da 5mila a 30mila euro.

Lo rende noto l'Ente Nazionale Protezione Animali che con il proprio avvocato, Claudia Ricci, si costituirà parte civile all'apertura del procedimento giudiziario. «Mi auguro che anche in questo caso – commenta Claudia Ricci – la condotta dell'imputato venga valutata e sanzionata con estrema severità. D'altro canto la giurisprudenza in materia di crimini contro gli animali si sta orientando sempre di più verso l'adozione di un metro di giudizio improntato alla massima fermezza».

«Si tratta – prosegue Ricci – di un'evoluzione giurisprudenziale molto positiva perché, come conferma anche la letteratura scientifica, chi compie atti di violenza contro gli animali tende poi a replicarli anche sulle persone, soprattutto donne e bambini. Insomma, al contrario di quanto alcuni potrebbero erroneamente essere portati a ritenere, quelli contro gli animali non sono affatto reati minori e la crescente fermezza con cui vengono sanzionati lo sta a dimostrare».

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