Dal primo gennaio 2014, data in cui l’Enpa di Treviso ha preso in gestione il rifugio di Ponzano (Treviso), 280 amici a quattro zampe hanno felicemente oltrepassato il cancello per varcare la soglia di casa della nuova famiglia che li ha adottati. Un risultato strepitoso – in media un cane al giorno – che nessuno poteva prevedere e che inorgoglisce e riempie di soddisfazione l’associazione e, in particolare, tutti i volontari che li hanno amorevolmente seguiti per tutto questo tempo. «A quest’ora potremmo già aver svuotato il rifugio se non fosse che, nel frattempo, a fronte dei 280 affidi, il 2014 visto entrare in canile 220 nuovi ospiti – commenta la Protezione Animali trevigiana -. Una situazione che potrebbe essere notevolmente ridimensionata se da parte dei comuni vi fosse un capillare controllo della presenza del microchip sulla popolazione esistente; un controllo che purtroppo stenta a decollare.»
Quello svolto dalla Protezione Animali trevigiana è stato dunque un grande investimento di tempo e di impegno, che ha visto da subito tutti i cani uscire dai recinti per le aree di sgambatura almeno una volta al giorno. Molti gli impauriti e i timidi che sono affiancati da volontari preparati per essere “lavorati” quotidianamente e affrancati all’uso del guinzaglio per poter essere affidati. Diversi anche i casi di cani “difficili” affidati dopo un lungo percorso di recupero per mezzo di un apposito staff composto da personale interno ed esterno estremamente specializzato, a spese dell’Enpa senza alcun onere per i comuni.
Tuttavia, non contenta dei risultati conseguiti, l’associazione ha organizzato un corso finalizzato a professionalizzare sempre di più le competenze dei volontari. Le lezioni, cinque in totale, hanno preso il via ieri sera (17 settembre, ndr) presso il Salone della Barchessa di Villa-Rubbi Serena – messo gentilmente a disposizione dell’Amministrazione di Ponzano. Una sessantina le persone che hanno seguito l'intervento di Federico Fiori, esperto del settore. «Ringrazio l’amministrazione per la disponibilità, i volontari per lo splendido lavoro fin qui svolto e, non da ultimo, il grande cuore dei trevigiani che hanno generosamente aperte le porte delle loro abitazioni a questi poveri innocenti sfortunati – ha detto Adriano De Stefano, presidente dell'Enpa di Treviso -. Chiediamo altresì alle amministrazioni, viste le economie prodotte alle casse comunali dal nostro lavoro, di darci la possibilità di ristrutturare il rifugio destinando i fondi risparmiati alla sistemazione definitiva quelle infrastrutture ancora fatiscenti.»