DENUNCIANO “GATTARA” MA LA CORTE D’APPELLO DI GENOVA LA ASSOLVE: L’ATTIVITA’ DEGLI ZOOFILI ETICAMENTE APPREZZABILE

Prendersi cura dei gatti delle colonie feline, accudendoli con cibo, acqua e ripari, non può essere ritenuto una molestia per i vicini, naturalmente rispettando igiene e pulizia. E’ l’importante sentenza emanata dalla Corte d’Appello di Genova in relazione alla denuncia presentata nel 2010 da una famiglia di Quiliano (Savona) contro una vicina, “colpevole” di aver giornalmente sistemato al confine delle proprietà due piccoli contenitori con cibo e acqua per i gatti liberi della zona. I due residenti avevano più volte gettato via i piccoli piatti, nonostante la Polizia Municipale li avesse già diffidati – su richiesta dell'Enpa di Savona – a non disturbare i gatti. I due si erano quindi rivolti al Tribunale di Savona che, in prima istanza, aveva condannato la “gattara” per molestie e “biasimevoli motivi”.
 
E invece la Corte d’Appello di Genova, con sentenza 1.114/2014, ha assolto la donna ribadendo la piena validità delle norme regionali che tutelano le colonie feline e confermando che l'attività degli zoofili ha “finalità riconosciute dalle legge ed eticamente apprezzabili”. E’ così stata definitivamente riconosciuto l'impegno della Protezione Animali savonese, un cui volontario storico aveva redatto (e consegnato ad un consigliere regionale che l’aveva proposto ufficialmente e fatto approvare dal Consiglio) negli anni ‘90 buona parte del testo divenuto l’articolo 8 della legge 23/2000, che vieta di ostacolare o di impedire agli zoofili di curare ed alimentare le colonie feline, di asportarne le attrezzature o spostare i gatti dal loro ambiente. La stessa norma non solo prescrive che in caso di controversia il Comune individui un’area all’interno dell’habitat della colonia dove posizionare cibo e ripari, ma prevede multe salate per i trasgressori.
 
Purtroppo, non sono infrequenti i casi – soprattutto in Riviera – di intolleranza nei confronti dei gatti liberi e di chi si cura di loro; intolleranza che spesso costringe l’Enpa sia ad inviare diffide a condomini e ad amministratori, sia a segnalarli alla Polizia Municipale. E non mancano atteggiamenti contraddittori da parte di alcuni Comuni savonesi che, contro ogni logica e norma, spesso perseguitano chi si prende cura dei mici.

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