CAGNETTA RANDAGIA SOCCORSA A CARINI, L’ENPA RINGRAZIA IL SINDACO, GIUSEPPE AGRUSA: IL COMUNE HA DATO PROVA DI BUONE PRATICHE
Si chiama Morgana ed è una cagnetta randagia che vive a Carini, città siciliana poco distante da Palermo. Morgana purtroppo è malata di leishmania, ma, soprattutto non riceve quelle cure che sono indispensabili per la sua salute e che soltanto una famiglia potrebbe assicurarle. Nella sventura, la “trovatella” di Carini ha la fortuna di incontrare Daniela, una volontaria che presta servizio presso il canile gestito dall'Enpa di Chieri (Torino) e che si trova nella città siciliana per trascorrere un periodo di vacanza.
Appena vede Morgana, Daniela capisce subito che le condizioni di salute della cagnetta – ridotta ormai pelle e ossa – sono gravemente compromesse e che l'animale ha bisogno di immediate cure veterinarie. Ed è così che si attiva una catena di solidarietà tra la volontaria torinese, la Protezione Animali di Palermo e il comune di Carini; nel giro poche ore la Polizia Municipale preleva la cagnetta e la affida alle cure del canile sanitario dove inizia subito a ricevere le terapie necessarie per curare la sua patologia.
Ringraziamo il Sindaco, Giuseppe Agrusa, e la Polizia Municipale per essersi occupati della cagnetta con grande sollecitudine ed efficienza. La storia di Morgana è la prova che le istituzioni, quando sono sensibili alla tutela degli animali e dimostrano la concreta volontà di tutelarli, possono (e devono) dare prova di buone pratiche, perfino in quelle zone dove la prevenzione e la gestione del randagismo scontano cronici ritardi. In questo senso, il Comune di Carini dovrebbe essere preso ad esempio da altre amministrazioni comunali.
Invece, per quanto riguarda Morgana, la trovatella è tuttora affidata alle cure del canile e le sue condizioni di salute stanno progressivamente migliorando, ma non è più in grado di vivere da randagia. Per questo l'Enpa lancia un appello: «La cagnetta non può restare per il resto dei suoi giorni all'interno della struttura, e non può neanche tornare sulla strada, poiché potrebbe morirne. Cerchiamo con urgenza una famiglia che la segua e si occupi di lei, offrendole un futuro sereno, pieno di coccole.»