L’8 e il 9 giugno 2024 si terranno le elezioni per il Parlamento Europeo.
In questo momento storico grave, le elezioni europee sono particolarmente importanti per diversi motivi. Chi sarà eletto, oggi come mai, dovrà lavorare con tenacia per rafforzare l’Europa al fine di renderla davvero unita e coesa, capace di tutelarsi ma anche di legiferare per il massimo benessere di tutti i cittadini.
Il Parlamento Europeo può, tra le sue funzioni, sollecitare la Commissione Europea a esercitare iniziative legislative in specifiche materie.
Uno dei temi vitali su cui l’Europa deve indirizzare i suoi sforzi è certamente la salute di uomini e animali insieme. La salute umana è infatti legata a doppio filo con quella dell’ambiente e delle altre specie. Dovrebbero avercelo insegnato le pandemie, le zoonosi e tutte le crisi sanitarie determinate sempre dalla relazione uomo-animale-ambiente.
I risultati scientifici dimostrano ormai che l’approccio da seguire è infatti quello indicato come “One Health” che considera l’interdipendenza fra la salute di animali, esseri umani e ambiente. Questo è l’approccio più efficace per prevenire e fronteggiare le emergenze sanitarie e prevenire la degradazione degli ecosistemi da cui noi stessi dipendiamo.
Le elezioni di giugno per il Parlamento Europeo sono quindi un appuntamento politico fondamentale anche per il futuro degli animali.
Per questo, in coalizione con altre 11 associazioni italiane abbiamo deciso di aderire alla campagna #VoteForAnimals lanciata da Eurogroup for Animals (l’organizzazione paneuropea a difesa degli animali), e chiedere a chi si candiderà al Parlamento Europeo l’8 e il 9 giugno maggiori tutele per gli animali, tutti gli animali, all’interno dell’Unione Europea.
Le nostre richieste sono riassunte nel manifesto “Vote For An!mals 2024”.
Si tratta di dieci punti programmatici che proponiamo ai candidati. Temi centrali su cui chiediamo di impegnarsi, se eletti, in quanto nostri rappresentanti presso il Parlamento Europeo.
Mi impegno ad appoggiare l’eliminazione progressiva delle gabbie negli allevamenti, rispettando le richieste dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “End The Cage Age” e mantenendo il primo positivo impegno pubblico preso dalla Commissione UE.
L’Unione Europea si definisce leader nel benessere degli animali, eppure ogni anno condanna più di 300 milioni di animali d’allevamento a una vita misera in gabbie anguste. Questa pratica è crudele, brutale e completamente inutile, dato che i sistemi senza gabbie non solo esistono, ma sono anche in uso in alcune parti dell’UE. Un certo numero di Stati membri pionieri e di imprese illuminate hanno aperto la strada all’abbandono delle gabbie. Chiediamo inoltre che il candidato si impegni ad appoggiare l’eliminazione progressiva delle gabbie negli allevamenti, rispettando le richieste dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “End The Cage Age” e mantenendo il primo positivo impegno pubblico preso dalla Commissione UE.
Ancora oggi in Europa sono ammesse pratiche ben lontane dal concetto di benessere animale, riportato su etichette che sono quindi ingannevoli. Pratiche non solo brutali come la triturazione dei pulcini maschi o il debeccaggio delle galline ovaiole, ma anche allarmanti come l’allevamento di razze geneticamente selezionate come quelle a rapido accrescimento per i polli.
Chiediamo che lo stordimento premacellazione diventi obbligatorio per tutti gli animali. Chiediamo in sostanza la riforma della legislazione europea su quello che ad oggi non è affatto “benessere animale”.
I trasporti sono una enorme fonte di stress per gli animali. Eppure, ogni anno sono milioni gli animali che vengono trasportati in viaggi infiniti, lunghi anche settimane, per arrivare ai macelli dei vari paesi. In queste condizioni è praticamente impossibile risparmiare loro sofferenze.
Chiediamo che questi viaggi abbiamo dei limiti di durata, per tutti gli animali, e che questi limiti siano assoluti. Chiediamo il divieto di trasporto di animali non ancora svezzati o gravidi poiché più vulnerabili. Chiediamo infine un divieto totale sull’esportazione di animali vivi in Paesi extra-UE, dove è alto il rischio che vengano trattati crudelmente poiché gli standard di benessere animale sono ancora più bassi.
Le criticità legate alla produzione di carne – ambientali, di salute pubblica e di benessere animale – sono ormai comprovate da studi scientifici e di settore. Sono invece confermati i grandi benefici di una dieta vegetariana equilibrata e associata ad uno stile di vita attivo, capaci di prevenire patologie e malattie.
Chiediamo una politica europea che sostenga un’alimentazione ad alto contenuto di benessere animale, produzioni vegetali e prodotti animali dall’agricoltura cellulare come anche un un’etichettatura che informi onestamente sui metodi di produzione.
I fondi europei destinati all’agricoltura rappresentano grande parte del bilancio e vengono erogati anche agli allevamenti intensivi. Con fondi europei distribuiti indiscriminatamente vengono quindi sostenuti gli allevamenti che inquinano di più.
Chiediamo la revisione della Politica Agricola Comune e che i fondi pubblici, a cui contribuiamo come Paesi e quindi come cittadini dell’Unione, vengano destinati a progetti tracciabili e sostenibili, per uomini, animali e territori.
Sono circa 9 milioni gli animali che ogni anno muoiono nei laboratori di sperimentazione animale dell’Unione Europea per avvelenamento, ustioni, mutilazioni, infezioni. Questo, per testare farmaci, pesticidi, detersivi.
Questa crudeltà silenziosa e perpetrata negli anni deve cessare. I metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali esistono e sono non solo di accertata validità ma l’unico modello funzionale anche per la salute dell’uomo.
In Europa gli animali selvatici sono protetti da due provvedimenti legislativi fondamentali: la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli. Sono norme a tutela di specie protette che dovrebbero essere recepite da ogni Stato membro e implementate con l’obiettivo di proteggere habitat naturali e animali minacciati. Tuttavia lo status di protezione di molte specie ancora a rischio viene costantemente messo in discussione. Proprio a febbraio 2024 è stato riaperto il dibattito per arrivare a riconoscere un minor livello di protezione a molte specie ancora a rischio tra cui il lupo. Chiediamo che vengano messe in atto le più aggiornate misure preventive scientifiche capaci di facilitare ottimamente, come ormai in molti paesi, la convivenza tra uomini e selvatici.
Ancora oggi in Europa, nonostante i numerosi divieti nazionali, ogni anno vengono uccisi oltre 18 milioni di animali selvatici (visoni, volpi, cani procione, cincillà). Vengono allevati in gabbie anguste e sporche, malnutriti, feriti e non curati, e poi uccisi brutalmente per ricavarne prodotti di pellicceria.
Molti studi scientifici attestano quando gli allevamenti mettano a rischio la salute pubblica in quanto potenziali bacini di patogeni e zoonosi. L’ultima pandemia dovrebbe averci insegnato che gli animali selvatici vanno lasciati liberi nei loro habitat. Questa pericolosa crudeltà deve finire.
Chiediamo l’introduzione di un divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce, e di importazione e vendita dei prodotti di pellicceria in tutta l’Unione europea, compresi quelli provenienti da Paesi terzi.
Sono almeno 6 milioni i cani randagi presenti nei paesi dell’Unione Europea (alcune stime parlano di 8 milioni), dei quali circa 1 milione solo in Italia; oltre 2 milioni i gatti.
Un fenomeno affrontato solo in parte da politiche nazionali di sterilizzazione. In alcuni paesi, in dispregio della normativa europea che tutela gli animali di affezione, vengono sottoposti all’eutanasia se non addirittura a vere e proprie battute di caccia.
In questo contesto, gli sforzi delle associazioni per recuperare e trovare una famiglia a migliaia di animali, risultano titanici e insostenibili.
Chiediamo una politica e quindi una normativa europea che venga applicata e fatta rispettare da tutti gli Stati dell’Unione: per la prevenzione del randagismo e degli abbandoni di cani e gatti; per il contrasto al traffico dei cuccioli, con disposizioni sull’allevamento, il trasporto e la vendita; per canili e rifugi.
Gli animali sono “esseri senzienti” e ormai definiti tali anche dall’art. 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea del 2007, esseri cioè, capaci di provare dolore. La loro tutela necessita di una competenza dedicata.
Chiediamo l’attribuzione al Commissario alla Salute e Sicurezza Alimentare di una nuova specifica delega alla tutela e benessere degli animali; e l’istituzione di una Commissione nel Parlamento europeo attenta alla protezione degli animali tutti, quelli d’affezione come quelli relegati negli allevamenti.
La Coalizione “Anche gli animali votano”