È stata una mattinata di protesta simbolica e civile quella che si è svolta ieri al cimitero monumentale San Lazzaro di Viterbo. Guidati dall’Enpa di Viterbo, volontari e cittadini accompagnati dai loro cani hanno sfidato il cartello che vieta l’ingresso agli animali, denunciando un regolamento considerato obsoleto e discriminatorio.
L’iniziativa, promossa dall’Enpa di Viterbo in collaborazione con le associazioni Cinghiale Bianco e Pack Walk, punta a rimuovere un divieto in vigore dagli anni ’90, che impedisce agli animali di accompagnare i propri compagni umani nei momenti di raccoglimento.
L’Enpa di Viterbo si è posta come capofila nella battaglia per abolire il divieto, lavorando da anni per sensibilizzare l’amministrazione comunale. “Da quattro anni inviamo richieste formali per modificare questa norma, ma non abbiamo mai ricevuto risposte concrete”, spiega Mauro Chiarle, presidente dell’Enpa di Viterbo. “Questo divieto non ha senso: va contro i principi di inclusività e rispetto che dovrebbero guidare ogni comunità civile”.
L’associazione è impegnata a offrire assistenza legale a chiunque riceva sanzioni per aver portato un animale nel cimitero, ribadendo che il regolamento locale è in conflitto con le normative europee. “Siamo determinati a far valere i diritti di chi considera gli animali parte della propria famiglia”, aggiunge Chiarle.
Storie di discriminazione e ingiustizia
Durante la protesta, Chiarle ha ricordato episodi emblematici che dimostrano l’iniquità del divieto. “Ho visto nonne costrette a legare i cagnolini dei nipotini al cancello, lasciando i bambini in lacrime”, racconta. “Queste scene non dovrebbero accadere. Gli animali, per molte persone, sono un conforto nei momenti di dolore e ricordo. Perché negare loro l’accesso?”.
Un divieto anacronistico e una battaglia di civiltà
Il regolamento, introdotto oltre trent’anni fa, è oggi oggetto di critiche non solo per la sua validità giuridica, ma anche per la sua incompatibilità con i tempi moderni. “A Vasanello, grazie alla nostra segnalazione, il divieto è stato già abolito”, sottolinea Chiarle “Ora stiamo lavorando per portare lo stesso risultato a Civita Castellana e Tuscania, dove il problema persiste”.
Enpa al fianco della comunità
L’Enpa di Viterbo non si limita a protestare, ma propone soluzioni pratiche. “Chiediamo al Comune di Viterbo di adottare regolamenti inclusivi, come già accade in molte altre città italiane. È possibile consentire l’ingresso agli animali con norme che tutelino la sicurezza e il decoro del luogo”, spiega Chiarle.
L’associazione ha più volte cercato un dialogo costruttivo con l’attuale amministrazione comunale, ma senza esito. “In campagna elettorale, la sindaca Chiara Frontini si era dichiarata amante degli animali e pronta a difenderne i diritti. Ma ad oggi, non abbiamo visto passi concreti”, lamenta il presidente.
Un messaggio chiaro
Con questa iniziativa, l’Enpa di Viterbo ribadisce il proprio impegno per i diritti degli animali e dei loro compagni umani, sostenendo che la relazione tra loro meriti rispetto anche nei luoghi di raccoglimento. “Non ci fermeremo finché questo divieto non verrà rimosso”, conclude Chiarle.