Stop agli attuali limiti temporali e via libera alla possibilità di addestrare i falchi che potranno predare fauna selvatica tutto l'anno. E' quanto prevede un'altra norma filovenatoria voluta dalla Lega, che verrà sottoposta domani alla votazione del Consiglio Regionale del Veneto. Secondo l'Ente Nazionale Protezione Animali, il provvedimento, se approvato, avrà delle conseguenze molto gravi per la fauna perché l'addestramento dei falchi comporterà l'uccisione di altri animali.
«La modifica dell'attuale normativa mette in pericolo la fase della riproduzione, uno dei periodi più delicati per la vita dei selvatici, in particolare degli uccelli», spiega spiega Andrea Brutti, dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa, che aggiunge: «Infatti, i piccoli di specie anche particolarmente rare e protette possono essere una preda facile, come possono diventarlo anche i genitori. Ciò significa che molte nidiate andrebbero essere perse, con un danno davvero grave per tutta la biodiversità».
Ma c'è anche il rischio che i falchi sfuggano al controllo dei loro addestratori, finendo per volare all'interno delle aree protette. «Aree nelle quali – aggiunge Brutti – potrebbero sottrarre "prede" e territorio ai rapaci selvatici, alterando così i fragili equilibri biologici, o comunque interferire con la fase riproduttiva delle altre specie». Insomma, si tratta di una questione così complessa da non essere limitata alla sola falconeria.
Altro aspetto da considerare è quello relativo ai possibili profili di illegittimità della norma che il Consiglio Regionale del Veneto si appresta a votate. «La legge nazionale 157/92, così come previsto dalla direttive europee, obbliga lo Stato e le Regioni a garantire una piena tutela della fauna soprattutto nella fase della riproduzione, stabilendo – conclude Brutti – che non vi sia alcun elemento o fattore di disturbo. Le Regioni, in particolare, devono fare il possibile per mantenere le popolazioni dei selvatici in uno status di conservazione soddisfacente. Il provvedimento voluto dalla Lega potrebbe quindi essere incostituzionale, proprio per il disturbo che i falchi causerebbero agli altri animali. Invece la tutela e la protezione dei selvatici devono essere un priorità assoluta».
Enpa si appella quindi al senso di responsabilità di tutti i consiglieri, chiedendo loro di non votare questa norma nemica della biodiversità e di ripristinare efficaci misure di tutela, quelle che da troppo tempo mancano in una regione già molto problematica sul fronte caccia e biodiversità.