Martedì 19 aprile il Consiglio Regionale del Veneto è chiamato ad esprimersi sull'uccisione indiscriminata delle nutrie, che potranno essere massacrate tutto l'anno, con armi da fuoco ma non solo. Infatti, stando a quanto previsto dalle norme all'esame della Regione, sarà possibile sterminare gli animali con non meglio precisate “armi da lancio”; categoria – questa – in cui rientrano fionde, pietre e addirittura gli shuriken, un tempo “in dotazione” ai ninja giapponesi.
Per questo, la presidente Rocchi ha rivolto un appello al presidente del Veneto, Luca Zaia, di cui in passato ha apprezzato iniziative volte alla tutela degli animali, chiedendo di fermare la mattanza. «L'esperienza maturata in vent'anni di fallimentari politiche filovenatorie, dimostra quanto sia inefficace e improduttivo, per il contenimento delle popolazioni animali il ricorso allo sterminio. Autorizzare l'uso di cerbottane, lance, sassi o di altri dispositivi da videogame – scrive Rocchi in una lettera al presidente del Veneto – non solo è crudele, antiscientifico e contrario all’articolo 19 della legge 157/92 sulla gestione della fauna, ma può configurare i reati di maltrattamento e uccisione di animali, previsti dall'articolo 544 del Codice Penale».
«In passato – prosegue Rocchi – Luca Zaia ha dimostrato senso di responsabilità, non cedendo a derive estremiste e filovenatorie di alcuni rappresentanti del Consiglio regionale: ancora una volta chiediamo il suo intervento per il rispetto della legalità».
La nostra normativa, infatti, – la legge 157/3/92, articolo 19 – prescrive il ricorso in via prioritaria ai metodi ecologici; e si tratta purtroppo di una delle prescrizioni più disattese, non solo in Veneto, anche se permetterebbe di portare a soluzione eventuali squilibri. «A tutti i consiglieri regionali del Veneto abbiamo inviato due documenti tecnici relativi alla corretta applicazione della legge e ai metodi ecologici per la prevenzione dei danni e per la gestione della specie. Dalle reti anti-nutria alla corretta pendenza degli argini, dalla protezione di campi e frutteti fino alla creazione di fasce “naturali” tra canali e campi, dalla sterilizzazione alla corretta gestione del territorio: questi – aggiunge Andrea Brutti, dell’ufficio fauna selvatica di Enpa – sono gli unici strumenti da applicare nel pieno rispetto della scienza e delle norme. Il Veneto non appartiene né ai ninja né a presunti giustizieri, ma a tutti i cittadini, i quali hanno diritto di vivere il territorio senza minacce alla propria incolumità».