Una petizione per dire no alla chiusura del canile di Sv. Anton in Slovenia

Dal network “Agire Ora” riceviamo e pubblichiamo un appello per il canile di Sv. Anton, in Slovenia, che è a forte rischio di chiusura.

Il canile di Sv. Anton, in Slovenia, dove operano alcuni volontari italiani e sloveni, sta per essere chiuso e ai volontari è stato imposto l'ultimatum del 30 giugno per lasciare il canile e far adottare più cani possibile.

La struttura verrà poi affidata in gestione a una ditta che si occupa di riciclaggio di rifiuti: il Comune non è interessato a rinnovare la convenzione precedente con l'associazione slovena ODPMZ, che collaborava coi volontari per rendere dignitosa la permanenza dei cani. E' importante notare che la legge slovena prevede che i cani non adottati entro 30 giorni dall'accalappiamento, possano venire soppressi.

L'associazione ha dunque promosso una petizione online che chiede di lasciare ai volontari e all'associazione ODPMZ la possibilità di continuare a gestire il canile.

La petizione si può firmare a questa pagina: http://www.pravapeticija.com/obalnozavetisce.

E' in sloveno, ma qui di seguito si riporta la traduzione. Per firmare, i campi sono nell'ordine: Nome, Cognome, Città, Nazione ed email.

Firmata la petizione riceverete un messaggio al vostro indirizzo e-mail e per confermare la firma dovete cliccare sul link che trovate nella mail. Si può inoltre contattare l'associazione per aiutare a far adottare quanti più cani possibile. I contatti sono: obalno.dpmz@gmail.com, http://obalno-zavetisce.si/

Ma ecco la traduzione della petizione:

Il canile di Sv. Anton accoglie i cani accalappiati nei comuni di Isola, Pirano, Capodistria, Ancarano e lungo la fascia transfrontaliera con la provincia di Trieste. Sono più di 450 i cani provenienti da quella struttura, adottati da famiglie residenti nella nostra provincia grazie all'attività dei volontari (cani regolarmente registrati presso l’anagrafe canina regionale italiana, come previsto dalla normativa vigente). In questi anni abbiamo aiutato il canile con cibo, coperte, antiparassitari e contributi finalizzati all'adozione a distanza di questi cani ritenuti a rischio di soppressione, secondo quanto prevede la normativa slovena, perché ormai anziani o difficilmente adottabili.

Abbiamo speso migliaia di euro per pagare cure veterinarie ed interventi chirurgici che i colleghi sloveni non erano in grado di sostenere e che hanno salvato la vita a tante povere bestiole. Abbiamo collaborato nella ricerca di cani smarriti oltre confine con il ritrovamento dei proprietari in tempi brevissimi fornendo un servizio gratuito ai cittadini italiani e sloveni e soltanto alcuni mesi fa abbiamo acquistato il materiale necessario per costruire il tetto del reparto “quarantena” e permettere ai volontari e ai cani di ripararsi dalle intemperie.

Rimaniamo pertanto sconcertati nell'apprendere dell’iniziativa intrapresa in gran segreto dal Comune di Capodistria, proprietario della struttura di Sveti Anton, che non intende rinnovare la convenzione con l’Associazione slovena ODPMZ. Senza voler interferire nelle decisioni politiche, ci rammarichiamo nel dover constatare la mancanza di sensibilità da parte degli amministratori nell'affrontare il problema del randagismo e dei cani abbandonati. Il mancato riconoscimento da parte delle autorità slovene di quanto fin qui fatto dalla ODPMZ ci lascia esterrefatti! Non conosciamo di persona chi prenderà in gestione il canile di Sveti Anton, ma ci spaventa questo cambiamento a favore di una impresa spe

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