Uccisione di cinghiali a Messina, Enpa diffida il Comune

L'Ente Nazionale Protezione Animali ha inviato al Sindaco e alla città Metropolitana di Messina una diffida che invita l'amministrazione a non emanare ordinanze – palesemente illegittime – che autorizzino uccisioni di cinghiali, peraltro con l'ausilio di cacciatori. Infatti, la legge 157 del 1992 sulla tutela della fauna selvatica, non prevede mai che a decidere in materia siano Comuni o Città Metropolitane, ma solo la regione. E sempre la legge 157/1992 stabilisce che debbano essere applicati in via prioritaria i metodi ecologici per la prevenzione di presunti danni; sarà poi l'Ispra a valutarne gli effetti.
 
Nei giorni scorsi, su questo tema, l'Enpa ha inviato un documento con tutte le misure applicabili, dai controlli sul territorio e dai censimenti scientifici fino a una corretta gestione dei rifiuti urbani che, come è noto, attraggono i cinghiali nelle città.
 
Numerose sentenze della Corte Costituzionale – l'ultima, in ordine di tempo, è la 139 del 2017 – hanno ribadito che per la "gestione" dei selvatici il ricorso a figure diverse da quelle previste dalla legge 157/92 non sono legittime. Non è quindi possibile impiegare cacciatori, selecontrollori, operatori a vario titolo. Tra l'altro stato proprio il ricorso illegale a tali figure, con un evidente conflitto di interesse, che ha creato gli squilibri ecologici come dimostrano oltre 25 anni di campagne di "uccisioni".
 
La protezione Animali ricorda inoltre che lo strumento dell'ordinanza non è applicabile, neanche quella urgente dal momento che non ci sono pericoli per la popolazione tali da giustificare il ricorso a questo strumento eccezionale: se si vuole affrontare seriamente il "problema", si abbandoni l''arcaico approccio venatorio e si lavori sulla prevenzione.

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