Uccisione delle volpi in tana, ecco perché l’accordo con l’Emilia Romagna traccia un percorso

A una settimana dall’intesa tra l'Enpa e la Regione Emilia-Romagna per salvare le volpi dalla morte in tana, l’associazione fornisce ulteriori  dettagli circa l’accordo. La versione originaria del Piano di "controllo" delle volpi in tana – spiega Enpa – autorizzava al punto 6.4 le uccisioni  nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 luglio. Ciò significa che, con la motivazione del "controllo", i cacciatori (come coadiutori) avrebbero potuto accanirsi contro mamma volpe e  causando la morte dei suoi cuccioli. Ma, oltre a questa, c’era anche un’altra ipotesi che “autorizzava” il massacro delle volpi in tana, senza peraltro prevedere alcun limie temporale. La versione originaria del Piano prevedeva infatti che in situazioni di emergenza per argini e terrapieni, si potesse procedere con uccisioni incondizionate e  “no limits”.
 
Grazie alla forte campagna di protesta e di mobilitazione dell’opinione pubblica, lanciata sui social dell'associazione, e grazie alla positiva volontà di dialogo delle istituzioni regionali, Enpa è riuscita ad operare un significativo cambio di passo rispetto al Piano. La prima vittoria è stata quella di aver fatto cancellare il già citato punto 6.4: in situazioni di “ordinaria amministrazione”, nessuno potrà più uccidere le volpi in tana con l'articifioso pretesto del "controllo". L’associazione poi è riuscita a circoscrivere e a mettere dei limiti serrati alle situazioni emergenziali. In questi casi, qualora vi sia una documentata criticità per argini e terrapieni ferroviari, si dovrà procedere prima con l'applicazione di metodi dissuasivi (la cattura o l'allontanamento degli esemplari), poi con la valutazione dei risultati ottenuti grazie a tali metodi. L'obiettivo prioritario di tale modifica è quello di salvare gli animali, cuccioli e adulti. Insomma, l'intervento in tana da ordinario (secondo la vecchia versione del Piano), diventa una misura di ultima istanza, veramente eccezionale e ben delimitata. Altro importante risultato ottenuto da Enpa: questi interventi di ultima istanza saranno affidati non ai cacciatori, ma al personale della Polizia Provinciale o della Polizia Metropolitana di Bologna.
 
Certo, vi sono altre criticità nel piao, che l'associazione già ha esposto con chiarezza alla Regione. Tuttavia, il ricorso ai metodi preventivi (tra cui il divieto di ripopolamento e la protezione degli animali allevati) diventa finalmente obbligatorio e questo, vista la comprovata efficacia di tali metodi, sarà sufficiente ad evitare il ricorso ad altri strumenti. Dunque, l'accordo raggiunto con l'Emilia Romagna è un primo importante passo avanti.  Non solo perché inaugura una prassi di confronto costruttivo tra istituzioni e mondo animalista, ma – soprattutto – perché, con buona pace dei cacciatori, permetterà di salvare la vita a centinaia di volpi.  
 
Questa, in fondo, è l'unica cosa che conta.

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