TTIP. A giorni il voto degli eurodeputati. Lettera-appello dell’Enpa per uno stop: vivisezione, allevamenti e pesticidi, con il trattato addio alle conquiste civili per gli animali.

L'allevamento di Green Hill non ha fatto in tempo a chiudere che se ne potrebbero profilare altri, nonostante il divieto di legge del nostro Paese. Questa una delle conseguenze che il trattato di libero scambio Usa-Ue, attualmente in discussione in sede europea, potrebbe produrre una volta approvato dall'Europa e ratificato dal nostro Paese. Il TTIP infatti prevede l'abolizione delle “barriere” tecniche (normative e regolamentari, ad esempio) alla libera circolazione di beni e servizi tra le due sponde dell'Atlantico. Ciò significa che, se il negoziato dovesse andare in porto, un Paese comunitario non potrà legittimamente porre limiti alla commercializzazione dei prodotti “made in Usa” né bloccare investimenti statunitensi, neanche nel caso in cui essi non rispettassero gli standard di Bruxelles, spesso più restrittivi e rigorosi di quelli di Washington. E se ciò dovesse accadere, una corte privata è pronta ad infliggere, con sentenze inappellabili (!), multe miliardarie allo Stato “trasgressore”.

Le conseguenze di questa pretesa “armonizzazione” che stabilirebbe anche “l'equivalenza” delle regole statunitensi rispetto a quelle europee, più rigorose, sono abnormi anche dal punto di vista del benessere animale dal momento che il TTIP determinerebbe in numerosi settori una vanificazione delle norme poste dall'Europa a tutela degli animali come delle persone. «Penso al comparto degli allevamenti – spiega la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi – che è tra i principali responsabili del surriscaldamento, dell'inquinamento e del depauperamento delle risorse del pianeta, e che sarebbe oggetto di una notevole deregulation con la massiccia somministrazione agli animali di ormoni (ora vietati in Europa), di antibiotici (da noi fortemente limitati) e con la sostanziale cancellazione delle norme europee in materia di benessere animale. Oppure penso alla libertà di manipolare il codice genetico di altri esseri viventi, o al rischio di altissime soglie per i pesticidi; un vero attentato contro la biodiversità della Terra, sempre più sotto attacco».

Ma gli effetti prodotti dal TTIP non finiscono qui, poiché con la zona di libero-scambio USA-UE si tornerebbe a tempi bui anche per la vivisezione e la sperimentazione animale. «Green Hill e altri stabilimenti del genere potrebbero aprire i battenti nel nostro Paese, malgrado il divieto di legge stabilito in Italia nel 2014 – chiarisce la consigliera nazionale di Enpa Annamaria Procacci -. Così come potrebbe essere bypassato il divieto di test cosmetici sugli animali che l'Europa, con un atto di grandissima civiltà, ha imposto nel marzo del 2013 e che non ha eguali negli USA. Il TTIP rappresenta dunque un pericolosissimo salto nel buio e un rischioso percorso a ritroso nel tempo che i cittadini non sono assolutamente disposti ad accettare».

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