«Da quanto rende noto la stessa Provincia di Trento emerge una realtà molto diversa da quella che viene quotidianamente presentata da politici, cacciatori e associazioni che hanno sposato posizioni estremiste. Come sembra riconoscere la stessa PAT le iniziative, sia pure ancora molto insufficienti, poste in essere per migliorare la convivenza con orsi e lupi sono comunque coincise con una riduzione delle denunce per danni da predazione. Iniziative quali il posizionamento dei cassonetti anti-orso e la realizzazione di campagna di informazione e sensibilizzazione devono dunque essere promosse con sempre maggiore incisività». Lo afferma l’Ente Nazionale Protezione Animali commentando alcuni dati emersi dal recente aggiornamento del Rapporto Grandi Carnivori e divulgati in occasione della seconda riunione del Tavolo grandi carnivori.
A non calare, invece, è il numero di orsi trovati priva di vita sul territorio della Provincia. Da inizio anno in Trentino ne sono morti 8, che vanno ad aggiungersi ad altri 8 deceduti lo scorso anno (tra cui MJ5 ed F36, uccisi dai bracconieri ma già condannati a morte da Fugatti). Questo significa che, senza considerare il numero di decessi di cui non si ha notizia, in due anni è stato perso circa il 10% della popolazione totale di plantigradi. Non è andata meglio ai lupi: con 10 decessi noti da gennaio 2024 e 14 nel 2023. «Dati davvero allarmanti che contraddicono la grancassa della propaganda anti-orso e anti-lupo. I grandi carnivori del Trentino non vanno sterminati – conclude Enpa – vanno protetti e tutelati, perché il bracconaggio, il traffico veicolare, la distruzione degli habitat e non da ultimo le pulsioni faunicide di Fugatti potrebbero presto peggiorare sensibilmente lo stato conservazione di queste specie».
«Stabilire il numero di orsi e lupi adulti “compatibili” con un determinato territorio, così come quello di cucciolate stimate in via puramente ipotetica, è operazione priva di fondamento scientifico, strumentale rispetto al tentativo di alcuni politici, rappresentanti istituzionali del Trentino e associazioni portatrici di interessi privati per rendere “presentabile” all’opinione pubblica della Provincia, ciò che presentabile non è, vale a dire le uccisioni di animali particolarmente protetti».