In Spagna l'orrore non veste solo i colori sfarzosi del Traje de Luces, la scintillante “divisa” dei toreri. In Spagna l'orrore si manifesta anche con gli abiti polverosi e sudati degli abitanti di Tordesillas. Tordesillas è un piccolo Comune di poco più di 9 mila abitanti, situato nella provincia della Castilla Leon, alle porte della ben più popolosa Valladolid, e sarebbe di sicuro ignoto ai più se qui non si organizzasse – ogni settembre – il cosiddetto “Toro de la Vega”; un nome apparentemente innocente dietro al quale si cela una realtà di sangue, di violenza, di morte. Infati, ogni settembre a Tordesillas, in occasione della festa di Nostra Signora Vergine de La Pena, un toro viene lasciato libero per le vie della città, dove centinaia di persone (anche a cavallo) armate di lance, lo rincorrono, lo braccano, lo infilzano tra urla e spintoni, in uno stato di frenesia collettiva che spesso, come più volte accaduto in passato, degenera in rissa collettiva.
E superfluo precisare che lo scopo della mattanza è quello di uccidere l'animale. Il quale, tra l'altro, non muore subito ma il più delle volte perde la vita al termine di una lunga, dolorosa agonia. In uno scenario così desolante, l'unico dato positivo è la crescente opposizione a questa barbarie, visto che sono sempre più numerosi gli attivisti (ma non solo), in Spagna come nel resto d'Euopa, che hanno concretamente preso posizione contro il massacro di Tordesillas, pagandone spesso le conseguenze sulla propria pelle.
Oggi chi, come Enpa, è intenzionato a porre fine a questo orrore, vuole alzare il tiro portando la questione all'esame dei parlamentari europei. Per questo l'Ente Nazionale Protezione Animali ha aderito e sostiene la petizione popolare con cui si chiede un autorevole intervento del Parlamento Europeo per fermare una volta per tutta il massacro del “Toro de la Vega”. Per sottoscrivere la petizione è possibile cliccare qui. (prima è necessario regisatrarsi).
