Teramo. In poche ore più di 250mila italiani dicono no al massacro delle volpi, anche dei cuccioli, voluto dalla Provincia. Enpa: si fermi subito la mattanza

Più di 250 mila italiani stanno protestando in queste ore, attraverso la pagina Facebook di Enpa, contro l'orribile mattanza di volpi, femmine e cuccioli compresi, voluta dalla Provincia di Teramo. Un vero bagno di sangue autorizzato, per i prossimi tre anni, con un provvedimento che, come ricorda Enpa, oltre ad essere antiscientifico, prevede il ricorso a tecniche illegali, tra cui gli abbattimenti nelle ore notturne.

«La nostra normativa prevede non solo il rispetto della fase di riproduzione della fauna selvatica, per la quale bisogna evitare ogni tipo di possibile disturbo biologico, ma obbliga province e regioni ad applicare in via prioritaria metodi ecologici, prima di valutare eventuali abbattimenti», spiega Andrea Brutti, dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa, che prosegue: «Tuttavia, il ricorso a sistemi “cruelty free” risulta poco conveniente per qualcuno visto che la prima misura da applicare sarebbe il divieto di ripopolamento venatorio, ovvero la reimmissione di fauna pronto caccia, cioè di animali semi-domestici che sono facile preda delle volpi. Le quali, pertanto, non hanno altra “colpa” se non quella di “entrare in competizione” con i cacciatori».

In oltre 20 anni di stermini – sottolinea Enpa- gli abbattimenti non hanno mai risolto alcun presunto sovrannumero delle specie selvatiche: continuare a proporli significa anche ingannare gli agricoltori, i quali vengono indotti a credere che le fucilate, per di più in notturna, possano essere la soluzione a un presunto problema. Insomma, la delibera “ammazza-volpi” della Provincia di Teramo è un provvedimento arrogante, che, oltre a violare la legge nazionale 157/92 – male o per nulla applicata sul territorio teramano – e le direttive europee, nel tentativo di giustificare il massacro contraddice anche l'Ispra, autorevole istituto di ricerca scientifica.

«Sul fronte dei controlli, poi, è paradossale che i cacciatori possano trovarsi ad essere "controllati" da guardie ecologiche volontarie, che il più delle volte sono composte da … altri cacciatori. Ormai – conclude Brutti – le persone sono indignate e sconcertate dalla crudeltà insita in provvedimenti quali quello emanato dalla Provincia di Teramo e da possibili favoritismi alla lobby venatoria, ma anche dal fatto che sul tema esiste una consolidata giurisprudenza e che essa sia volutamente ignorata da chi è stipendiato dai cittadini proprio per far rispettare le norme. Non solo politici, ma anche funzionari per i quali Enpa non esclude un intervento presso la Corte dei Conti».

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