La Regione Emilia Romagna ha istituito una Rete regionale per la conservazione e la tutela delle tartarughe marine e dei cetacei. Prevede attività di recupero, soccorso, affidamento e gestione ai fini della riabilitazione di tartarughe marine e cetacei in difficoltà, azioni di manipolazione e rilascio delle stesse specie a scopi scientifici, attività di recupero delle carcasse, attività di ricerca, di formazione e di divulgazione, nonché interventi atti a minimizzare gli impatti antropici sul ciclo di vita delle specie in oggetto.
"Aderiamo con entusiasmo al progetto – dichiara Marco Bravi, responsabile nazionale Servizio Guardie Zoofile di Enpa – che è un intelligente sbocco collaborativo nell'ambito delle attività già mosse da Enpa sul litorale del delta del Po, in collaborazione con la Fondazione Cetacea e altre associazioni sul territorio. Il coinvolgimento di importanti soggetti istituzionali (la Regione con vari assessorati, la Guardia Costiera, Nuclei Cites e biodiversità dei Carabinieri Forestali, Ente Gestione Parchi, Istituto Zooprofilattico, Università di Bologna per citarne alcuni) trasforma l'impegno e l'esperienza, già acquisiti nelle pur lodevoli iniziative estemporanee locali, in elementi di un sistema riconosciuto ed autorevole, che integra le azioni di salvataggio con quelle, altrettanto importanti, di divulgazione e compatibilizzazione delle attività di tutela con quelle economiche".
"In questo quadro – aggiunge Marco Pozzi, Presidente della Sezione Enpa di Lagosanto che ha operativamente sviluppato l'attività di Enpa in alto Adriatico con una innumerevole serie di salvataggi e monitoraggi – assume ancora più importanza l'esistenza di centri di convalescenza e cura per gli esemplari rinvenuti in difficoltà, da sviluppare in collaborazione con i Comuni. Essi, infatti, attraverso questa nuova sensibilità, oltre ad assolvere alle normative possono diventare una attrattiva per il sempre maggior numero di turisti che amano gli animali curati, salvati e rimessi in libertà piuttosto che rinchiusi, prigionieri, in delfinari ed affini".