Tartaruga azzannatrice consegnata a Enpa Milano da Polizia Locale di San Vittore Olona (Milano)

Sembrava fosse una segnalazione come tante altre quella ricevuta ieri dalla polizia locale di San Vittore Olona (Milano): un cittadino aveva avvistato nel pomeriggio una tartaruga palustre che “passeggiava”, mettendo a rischio la propria incolumità a causa del traffico di auto lungo la strada adiacente al fiume Olona.

Gli agenti recatisi sul posto pensando di mettere in sicurezza una semplice tartaruga di acqua dolce, si sono trovati invece davanti a una tartaruga azzannatrice (Chelydra serpentina) che nel frattempo era stata già recuperata, fortunatamente usando una pala, da un abitante della zona e messa all’interno di una cassetta di plastica. La tartaruga azzannatrice è infatti un vigoroso predatore, in grado di tranciare un dito con un morso e per questo inserita nell’elenco degli animali pericolosi dei quali è vietato il commercio e la detenzione.

Nei giorni passati il fiume aveva rischiato di esondare in quella zona, secondo la testimonianza dell’agente intervenuto sul posto e probabilmente, proprio a causa di questo aumento del livello dell’acqua, la tartaruga è riuscita ad arrivare sul bordo della strada.

«La Chelydra serpentina è un animale che va maneggiato con grande attenzione per il pericolo rappresentato dal suo morso e dalla capacità di allungare il collo molto rapidamente. Se non la si conosce la possibilità di riportare serie ferite è una quasi certezza», ha dichiarato Ermanno Giudici presidente di ENPA Milano. «Perché con un morso potrebbe tranciare un dito. Purtroppo non è raro che avvengano questi recuperi, di pochi giorni fa infatti il ritrovamento di un altro esemplare alle porte di Torino mentre l’anno scorso ne era stato recuperato uno nel laghetto della Villa Reale di Via Palestro a Milano. Gli animali che vengono recuperati – ha aggiunto Giudici – sono tutti il frutto di sconsiderati abbandoni messi in atto da persone che non riescono più a accudirli oppure che temono le sanzioni penali per l’illecita detenzione. Ora spetterà al Corpo Forestale occuparsi della sistemazione della tartaruga in un centro idoneo a garantirne il benessere».

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