Si terrà il prossimo 4 luglio davanti al Tar della Toscana l’udienza di merito per valutare la legittimità della delibera della Regione che ha consentito l’abbattimento dei mufloni all’Isola del Giglio (Grosseto) con l’okay a un piano ‘di prelievo’ inserito nel calendario venatorio 2023-2024. Il Tar si pronuncerà su un ricorso delle associazioni animaliste Enpa, Lndc Animal Protection, Vitadacani e Rete dei Santuari, le quali hanno già ottenuto dal Tribunale amministrativo la sospensione della caccia agli ultimi esemplari rimasti sull’isola con un’ordinanza del 28 febbraio.
Le associazioni che hanno fatto il ricorso sostengono che nel sospendere la decisione della Regione di abbattere i mufloni, “il Tar della Toscana ha di fatto sollevato dubbi sulla legittimità del progetto di eradicazione del muflone dall’isola che l’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano sta portando avanti dal 2021, insieme alla Regione Toscana, tramite un progetto cofinanziato dall’Ue per un totale di 1,6 milioni di euro, di cui 400.000 euro destinati esclusivamente all’eradicazione del muflone.
“Il Tar ha affermato che le questioni sollevate nel ricorso si inseriscono nel contesto di sviluppo di un ampio piano pluriennale di eradicazione degli ungulati alloctoni dall’Isola del Giglio e non solo in quello più circoscritto della caccia programmata, per quanto non sia stato possibile impugnare tecnicamente anche il progetto di eradicazione essendo scaduti i termini per farlo – ha precisato l’avvocato Michele Pezone che con il collega Herbert Simone promuove la causa – Riteniamo che questo sia il motivo per il quale il Tar abbia specificato che possono eventualmente proseguire le operazioni di cattura e trasferimento degli animali, in modo da garantire comunque la conservazione della specie”.
Inoltre, le associazioni Enpa, Lndc Animal Protection e Vitadacani con la Rete dei Santuari Liberi procedono ora a diffidare la Regione e l’Ente Parco Arcipelago dal continuare con le catture. “Seppur cacciabile in molte regioni d’Italia, studi scientifici hanno rivelato come il muflone del Giglio sia di origini sarde, dunque appartenenti ad una specie protetta e non cacciabile – concludono – inoltre il suo Dna dimostra una purezza genetica unica che costituisce una importantissima risorsa per la biodiversità”.