Studenti danesi in gita di istruzione uccidono un cigno a Peschiera del Garda. Enpa si costituirà parte civile

Tre studenti danesi di 16 anni in gita di istruzione hanno ucciso a sassate, nei giorni scorsi, un cigno a Peschiera del Garda. I tre sono stati identificati dai carabinieri e denunciati per uccisione di animali. La competenza è del Tribunale dei Minorenni di Venezia.

L’Ente Nazionale Protezione Animali si costituirà parte civile. Il povero cigno è stato ucciso a sassate dai tre studenti danesi, senza alcun motivo, presso il Lido Cappuccini di Peschiera del Garda. Il corpo del cigno è stato recuperato dai carabinieri e dalla Asl e inviato al competente Istituto Zooprofilattico. Secondo la ricostruzione, il cigno dopo la prima aggressione da parte dei tre ragazzi in gita, ha tentato di nascondersi dietro le canne, ma sarebbe stato comunque raggiunto dalle pietre scagliate dagli studenti, ed è morto.

Proprio in questi mesi, sui diritti degli animali, tra Italia e Danimarca i nervi sono tesi per il caso Iceberg, il cane italiano ostaggio della polizia di Copenaghen, sequestrato solo perché appartenente a una razza considerata pericolosa. Ieri il Parlamento danese non ha votato la “Legge Iceberg”: il cane di proprietà dello chef italiano Giuseppe Perna non sarà soppresso, ma intanto continua a essere sotto sequestro in attesa che una modifica legislativa ne permetta la liberazione e il rientro immediato in Italia. Il Parlamento avrebbe potuto già ieri votare il provvedimento in via d’urgenza, ma ha preferito invece l’iter ordinario.

“Non c’è, come è ovvio, alcuna consequenzialità tra i tre sedicenni danesi che uccidono un cigno nel lago in Italia e la prigionia a Copenaghen di un cane italiano”, dichiara Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell’Enpa. “Contro i tre minori – prosegue Rocchi – intendiamo costituirci parte civile chiedendo, per la barbara uccisione, il massimo della pena prevista e senza sconti eventualmente evocati per la giovane età degli autori. È stata una uccisione violenta, barbara e merita per questo la massima severità”.

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