Strage di cani a Sciacca, interviene Enpa. All’appello mancano una ventina di cani che vivevano nella zona. Carabinieri sequestrano l’area, i volontari: il Comune faccia il proprio dovere

I volontari delle Sezioni Enpa di Catania e Adrano (Catania), in collaborazione con la Sezione di Agrigento, sono intervenuti a Sciacca (ieri pomeriggio), nel luogo dove una trentina di cani sono morti per avvelenamento. Sul posto, un'area di capannoni dismessi, i volontari hanno trovato rifiuti, materiale di risulta – tra cui il pericolosissimo Eternit – e, putroppo, altre esche avvelenate. Per questo, al momento, l'emergenza principale è rappresentata da una ventina di cani che, stando alle informazioni raccolte da Enpa, sono soliti frequentare i capannoni e che ancora mancano all'appello; alcuni animali sono stati intravisti dai volontari ma non è stato possibile metterli in sicurezza. L'area è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, presenti in loco insieme alla Polizia municipale, tuttavia poco o nulla è dato sapere sia sull'inizo delle operazioni di bonifica  previste per legge sia sugli interventi di recupero dei randagi sopravvissuti.

«Purtroppo non ci è stata data alcuna informazione al riguardo. L'amministrazione comunale – spiega Cataldo Paradiso, presidente dell'Enpa di Catania – è assente e, a parte quache frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l'incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge». Secondo la normativa, infatti, il sindaconon solo è responsabile per i randagi e gli altri animali vaganti sul suo territorio – responsabilità che naturalmente comprende la tutela della loro incolumità – ma in in caso di ritrovamento di esche avvelenate deve attivare la procedura prevista dalla normativa. Che prevede, appunto, la bonifica dell'area interessata. Tuttavia, sembra proprio che a Sciacca, ciò non sia accaduto e che nulla venga fatto per porre rimedio a tale inadempienza. Una inadempienza ancora più grave poiché, putroppo, nella città siciliana gli avvelentamenti rappresentano una triste e consolidata realtà. Contro cui evidentemente non si è agito come si sarebbe dovuto.

«Chiediamo alle autorità e alle istituzioni di intervenire con la massima urgenza, ciascuna per le proprie competenze. Se a fronte di tali inadempiene, nelle prossime ore altri cani dovessero perdere la vita per i bocconi avvelenati riterremo il sindaco personalmente responsabile di queste morti. Alla magistratura il compito di individuare e punire sia gli autori materiali di questo gesto criminale, sia le istituzioni che lo hanno permesso grazie alla loro inerzia. Ai cittadini – conclude Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa – il diritto/dovere di pretendere che gli amministratori pubblici rispettino la legge e tengano fede ai propri impegni».

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