Stop alla strage dei cervi in Abruzzo! Enpa invita a firmare la petizione

L’Ente nazionale protezione animali aderisce alla petizione promossa dal WWF contro lo sterminio di 500 cervi, tra cui anche cuccioli, autorizzato nella regione Abruzzo. Una scelta orribile considerando tra l’altro  anche il fatto che solo all’apparenza i cacciatori dovranno pagare per ucciderli: i soldi andrebbero comunque agli Ambiti Territoriali di Caccia, organizzazioni praticamente gestite dai cacciatori stessi. Magari, serviranno a finanziare qualche ripopolamento di fauna pronta-caccia come lepri e fagiani a cui poi poter sparare?

Il pretesto è sempre lo stesso, ovvero presunti danni all’agricoltura. E, legalmente, “grazie” alle pessime modifiche apportate da questo Governo alla legge sulla tutela della fauna n.157 del 1992, ogni operazione di “controllo numerico” può essere svolta senza la prioritaria applicazione dei metodi di prevenzione e senza il mondo scientifico, regalando così la gestione della fauna – bene indisponibile dello Stato – al mondo venatorio.

Eppure, sono proprio i cosiddetti “metodi ecologici” gli unici efficaci, come riconosciuto dal mondo scientifico. Inoltre, si sottolinea come durante l’estate, la densità di capi anche lievemente superiore a quella “stabilita dall’uomo” e non dalla natura stessa,  non deve ritenersi preoccupante poiché gli esemplari giovani e adulti hanno facilità a trovare cibo: con l’inverno probabilmente la situazione cambierebbe notevolmente.

La sensazione è che si tratti dell’ennesimo regalo ai cacciatori, in disprezzo delle migliaia di italiani che si sono dichiarati contrari e preoccupati da questa deriva filo-venatoria, come dimostra la petizione promossa dal WWF a cui abbiamo aderito:

https://www.change.org/p/fermiamo-la-strage-dei-cervi-in-abruzzo

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