Stadio della Roma. Enpa: procedura discutibile, possibilità di impugnazione. Avevamo chiesto tutela della biodiversità, potremmo ritrovarci un Corviale bis

«La procedura relativa all’approvazione da parte della Giunta comunale della delibera relativa allo Stadio della Roma presenta, a nostro avviso, diversi aspetti critici che la rendono quanto meno discutibile». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali, che prosegue: «Particolarmente stringenti sono, ad esempio, quelli relativi alla conferenza dei servizi. E’ necessario infatti, data la modifica del progetto, che l’iter riparta daccapo».
 
Ci sono poi i vincoli urbanistici e ambientali che pendono sulla zona di Tor di Valle, ultima grande area agricola della Capitale, e che non possono essere semplicemente bypassati, oppure ignorati: pochi ricordano che il Piano Regolatore Generale (PRG) approvato nel 2008 non prevedeva alcun intervento di modifica dell’area, né veniva certo prefigurata la demolizione dell’ippodromo per farne uno stadio. A questo proposito, la nostra associazione ha presentato – fornendole anche al Sindaco – delle puntuali osservazioni a sostegno della procedura di dichiarazione di interesse culturale promossa dalla sovrintendente.
 
«Francamente, non ci sentiamo davvero di condividere le esternazioni trionfalistiche della Giunta. Alla colata di cemento che invaderà una delle zone più fragili e meritevoli di tutela della nostra città si aggiungono infatti tutte le criticità legate ai servizi pubblici e alla gestione del territorio. Secondo quanto ci è dato conoscere del progetto, progetto che tra l’altro non è stato ancora reso completamente di dominio pubblico, c’è il rischio concreto – prosegue Enpa – che Tor di Valle si trasformi nell’ennesimo quartiere congestionato della Capitale».
 
A pagare il conto più salato, se questo progetto venisse approvato,  sarebbero infatti la flora e la fauna dell’ansa del Tevere, un patrimonio così ricco e prezioso per il quale Enpa ha da tempo chiesto chiesto la tutela nell’ambito di una politica tesa a una gestione complessiva del fiume Tevere, meritevole come i romani di un parco fluviale da Castel Giubileo a Tor di Valle. Un parco degno di questo nome, che non è certo quello “risicato”, il “contentino”, al quale è stato fatto cenno nei giorni scorsi. «Per questa area incontaminata avevamo chiesto salvaguardia e protezione – conclude Enpa – invece ci potremmo trovare a fare i conti con un nuovo Corviale». 

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