Sperimentazione animale, tre anni di proroga per testare droghe, alcol, tabacco. E per gli xenotrapianti

Il via libera, per altri tre anni, alla possibilità di usare animali per testi relativi a droghe, alcol, tabacco, e per gli xenotrapianti (trapianti tra esseri viventi appartenenti a due specie diverse), sembra essere cosa fatta dopo il via libera della Commissione Affari Costituzionali del Senato ad un emendamento al “Milleproroghe”; decreto sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia. Viene in questo modo prevista un ulteriore rinvio rispetto ad un principio di civiltà sancito nel 2014 con il recepimento nel nostro ordinamento della Direttiva Europea in materia di sperimentazione animale.

Al di là dell’inutilità scientifica di questo tipo di esperimenti, specie quelli relativi a droghe, alcol e tabacco la cui utilità per i pazienti sembra essere alquanto opinabile; al di là dell’imponente giro d’affari che ruota intorno a tale mercato; al di là di una pratica scientifica che, proprio perché basata su organismi geneticamente differenti è spesso all’origine di tragici errori – concetti, questi, che Enpa ha più volte ribadito – la vera domanda è cosa stiano facendo Governo e Parlamento per promuovere e sostenere i metodi alternativi. Metodi la cui efficacia, proprio perché basata su modelli umani, non è in alcun modo paragonabile a quelli animali.

Negli Stati Uniti – giusto per citare un esempio – la Johns Hopkins, centro di ricerca noto la cui autorevolezza è nota in tutto il mondo, ha sviluppato cervelli umani in miniatura in grado di riprodurre comportamento e funzionalità tipici di questo organo. Con risultati che, proprio perché ottenuti su materiale umano, sono attendibili al 100% e direttamente applicabili alla nostra specie. Insomma se in altri contesti la scienza medica sta aprendo nuove strade, nel segno dell’innovazione, qui da noi si continuano a seguire prassi legate ancora ad una visione ottocentesca della medicina.

Altrettanto sorprendente e inspiegabile, poi, è il fatto che la nostra comunità scientifica si affretti a produrre previsioni funeste circa le conseguenze di uno stop all’uso degli animali nei test, ma non sia altrettanto solerte quando si tratta di fare pressioni per incentivare la ricerca alternativa, la sola che potrebbe davvero farci compiere un salto in avanti nel campo del progresso medico-scientifico. In fin dei conti gli animali e gli uomini – centinaia di migliaia le morti causate ogni danno da farmaci presunti sicuri perché testati su esseri senzienti non umani – non sono le sole vittime di un metodo di ricerca mai validato scientificamente. Lo è anche l’innovazione, tanto più cruciale in un settore dal quale dipende la vita di mliardi di viventi, uomini o animali che siano.

Facebook
Twitter
LinkedIn