Siamo preoccupati per i cuccioli di KJ1! Vogliamo sapere come stanno, il ministro dell’Ambiente si faccia garante della loro incolumità

All’indomani della vile fucilazione dell’orsa KJ1, ordinata da Maurizio Fugatti nel cuore della notte e portata a compimento di prima mattina, Enpa chiede al ministero dell’Ambiente di verificare le condizioni di salute dei tre piccoli. «In tutta questa tristissima vicenda non c’è soltanto lo shock per la barbara esecuzione di mamma-orsa, un fatto indegno per un Paese “civile”, ma c’è anche l’indignazione per l’assenza di un Ministro, Gilberto Pichetto Fratin, che si è completamente disinteressato della sorte di KJ1 nonostante le nostre sollecitazioni ad avocare a sé il “dossier orsi”. Il Ministro – commenta l’Ente Nazionale Protezione Animali – si è fatto sentire solo a cose fatte per esprimere il proprio disappunto».

Secondo Enpa, è possibile che se tale disappunto fosse stato espresso prima, forse oggi KJ1 sarebbe ancora viva e i suoi tre cuccioli avrebbero ancora le cure materne di cui hanno fondamentale bisogno. Uccidendo la loro mamma, Fugatti ha messo in pericolo anche la sopravvivenza dei suoi cuccioli. «Chiediamo al Ministro di tradurre in atti concreti le sue parole e di fare qualcosa per la fauna selvatica e l’ambiente di questo Paese. In particolare – prosegue la Protezione Animali – chiediamo a Pichetto Fratin di farsi garante dell’incolumità dei cuccioli e di avocare finalmente a sé la gestione della fauna selvatica del Trentino avendo dimostrato Maurizio Fugatti la sua incapacità di assicurare la convivenza con le attività antropiche e di prevenire possibili situazioni conflittuali».

Dopo la richiesta di accesso agli atti sul parere Ispra e le denunce per maltrattamento e uccisione di animali a carico del presidente della PAT, presentate in Procura, l’Ente Nazionale Protezione Animali scrive anche a Bruxelles per segnalare l‘inaccettabile gestione della fauna selvatica in Trentino e le perduranti omissioni dell’amministrazione provinciale sul fronte della prevenzione. Per il nostro Paese c’è il rischio, assai concreto, che l’Europa apra un’altra procedura d’infrazione.

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