Scomparso lo stilista “veg” Elio Fiorucci, il ricordo dell’Enpa

Con Elio Fiorucci scompare un grande innovatore. Una persona che ha sempre saputo preconizzare le tendenze emergenti. Non soltanto nel suo settore – il design, nel quale può essere considerato a ragione come uno dei principali “portabandiera” del made in Italy nel mondo – ma anche e soprattutto in ambito sociale e culturale, campi da cui uno stilista che aspiri ad essere realmente creativo non può prescindere. Insomma, Elio Fiorucci era dotato di quella raffinata sensibilità che permette ad alcuni di vivere il presente, astraendosi da esso, per intuire cosa e come sarà il futuro. Ed è stata proprio questa sensibilità ad avvicinare lo stilista milanese al mondo delle tematiche animaliste, al termine di un percorso di profonda maturazione interiore di cui egli stesso ebbe occasione di parlare con il Corriere della Sera.

Abbracciata la scelta vegetariana, Elio Fiorucci era intimamente convinto che gli altri abitanti del pianeta – gli animali – non fossero né cose né merce, oggetti cioè su cui l'uomo possa esercitare il proprio dominio, ma fratelli; esseri senzienti che hanno il nostro stesso diritto di vivere in pace sulla terra. Ed è stata proprio questa sensibilità a spingere il designer milanese a prestare la propria creatività per alcune cause a sostegno dei più deboli. Come dimenticare del resto l'appello rivolto al Ministro Boschi attraverso le pagine del quotidiano di Via Solferino affinché i diritti degli animali fossero inseriti nella nostra Costituzione e beneficiassero così di quel particolare regime di tutele previsto dalla nostra Carta per i diritti fondamentali?

Per ciò che egli ha saputo creare e che ha saputo rappresentare, anche al di fuori del proprio ambito di attività, la scomparsa di Elio Fiorucci lascia un vuoto incolmabile nel nostro Paese. Tuttavia Elio Forucci non lascia soltanto un vuoto; lascia anche e soprattutto una eredità creativa e spirituale destinata, ne siamo certi, ad essere raccolta dalla nuove generazioni e ad influenzare ancora a lungo il settore “fashion”. Il quale, proprio in questi anni, anche grazie anche all'esempio di Elio, ha finalmente iniziato ad abbracciare con convinzione le tendenze “cruelty free”.

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